martedì 27 marzo 2007

Ri-comunicazione di servizio

Ogni buon blogger sa che ci sono dei momenti in cui non ci si riesce, non si hanno cose da dire o non si ha tempo, non si è connessi con la blogosfera intesa come la-nostra-grande-famiglia, e così via. Si deve prendere tempo.

Per il momento mi permetto un break, non ho idea fino a quando, perché ho veramente bisogno di staccare, ho troppo lavorato negli ultimi mesi, mi sento un po' overdosed di informazioni, tecnologia, daffare-daleggere-davedere-daascoltare, e anche di fuffa. Di cose ne ho, come al solito, da scrivere o da commentare: ma non sono in armonia con i miei tempi, e le rimando. Per dire, nemmeno riesco a scrivere per questo, che per me è importante.

Vi lascio comunque in buone mani, o navigatori, fino a che ritorno. A presto.
Roma (a costo zero), Roma (a costo X), Roma (per chi la vuole vedere)
Blogosfera di Roma (pur parziale, ma esplorate)

mercoledì 21 marzo 2007

Comunicazione di servizio_22




Cecilia Metella, una bella passeggiata

Riposo per qualche giorno.

lunedì 19 marzo 2007

Get on top

Quel rumore di piatti e di posate, l'odore denso del caffé nel silenzio raccolto, scuro, delle mie mattine, mentre fuori è grigio, è come un rituale del prepararsi, una cosa che non è mai uguale. Ogni giorno sento o non sento le spalle pesanti, sento o non sento la pelle morbida, sento o non sento il tempo che passa: le lancette corrono feroci, vanno via come l'acqua, come l'ossigeno. Mi slancio per le scale, esco, mi siedo in macchina e partono - interne alla condensa dell'umidità che viene strappata, o come spennellata, dalle lame di aria che entrano da strisce limitate di finestrino - le chitarrazze dei RCHP, sporche e cattive. Spinta, quella frustata che mi strappa al muro nero, a tutte le cose che sento di lasciare dietro ogni mattina, ad ogni chilometro, come una scia solida. Tieni la testa, mi dico, non guardare indietro, non diventare una statua di sale.

Correre, ma zen. La tangenziale non mi permette di volare. In più c'è un treno che curva là sotto, e chiude il mio cerchio spaziale, virtuale. I gesti e i movimenti di quello che mi circonda mi parlano, le nuvole si aprono in slow motion per far passare un piccolo raggio di sole, e là in fondo sta il dopo, sta il domani, sta il più tardi. Vai, vai, in mezzo ai tir scatenati. Vai, vai come un pezzo di presente. Vai.

domenica 18 marzo 2007

Delicious sunday



La crème caramel

La domenica è un giorno di desiderio, perché si avvicina il lunedì, perché i minuti volano, perché il sole si nasconde e appare un cielo griggio. Rallento tutto, vado molto piano per la casa, spengo una televisione che non mi racconta cosa succede veramente. Penso di uscire, ma c'è come un'omeostasi comoda comoda; penso di farmi un bagno a 40 con sottofondo di radio; prendo un libro, lo lascio, spengo il cellulare, nulla mi manca ma.

Mi ci vuole dell'oro, del rame, dell'argento, dei colori forti e dei profumi buoni. La cucina.

sabato 17 marzo 2007

Non ho fortuna con i dessert delle cene di blogger

La prossima volta che si parli di BlogCena romana, noi partecipanti e/o promotori celebreremo una perfetta ecatombe di grassi cosciotti di vitelli e montoni agli dei tutti, perché Stefigno non sia bloccato da nessun incidente di nessun tipo che gli impedisca di raggiungere la nostra momentanea base. Faremo inchini e scongiuri anche perché la nostra conversazione non sia disturbata da musiche troppo forti. E faremo apparire magicamente altri sparuti e sperduti bloggers che - voglio profondamente crederci - ieri avevano smarrito la retta via.

La notte rende la tangenziale una autostrada che non vorrei finire. Entra dai finestrini tutta nera. Vai, vai, non ti fermare! e s'insinua pure un'aria primaverile deliziosa. Sotto i grossi piloni dormono i fiori del parco (si, sotto la tangenziale c'è un parco!). Vado verso casa dentro un tappeto rosso di luci dei freni. Le arcate dell'acquedotto si riflettono e curvano, arancioni, sul cofano arrotondato di una Clio. Rammento tranches de vie di questa sera, tra l'aplomb inglese di Robie e l'emotività sudsoundsystem di Giovanni. Un terzo partecipante fa il ruolo del guerriero che non spreca le parole. Abbiamo passato una bella serata - anche rosicando.

- Ecco la macedonia... e la panna cotta al caramello.
- Ehm... avevo chiesto un crem caramel, non una panna cotta...

Rinuncio, ok, la mangerò. Dopo The Terrible Tiramisù, adesso la crème caramel mascherata da panna cotta-ben coperta di topping caramello-cioccolata e granella di nocciole, coreografica, anche buona, ma non lei. La prossima volta mi accontenterò di una zolletta di zucchero...

mercoledì 14 marzo 2007

Io mi oppongo (cit. da Shrek)

Che a Genova si organizzino in così tanti e qui non ci si riesca a fare una normale cena geek, mi rode. Ma i più grandi eventi sono cominciati da piccoli incontri, tié. E dunque, se qualcuno di voi lettori occasionali vuole partecipare alla BlogCena romana, il wiki è questo. Altrimenti ce lo ricorderemo. Passate parola.

martedì 13 marzo 2007

Un altro basso di polvere



I giorni passano

Un tempo di allergia, prematuro. Coloro che mi stanno intorno si spaventano, mi vedono contorta su me stessa spendere uno dietro l'altro i fazzoletti di tutte le marche vendute ai semafori, quelle con i nomi improbabili e le didascalie tradotte in ucraino o simili a quelle con la plastichetta che scricchiola. Non sanno nulla, non si deve consolare: al massimo far ridere. Una battuta, un cornettino e vado avanti lo stesso, rido lo stesso, batto a zigzag le macchine nei passaggi stretti intorno Piazza Bologna; che quartieri borghesi questi, come mi sembrano sepolcri imbiancati.

- Ci passa il camion? - chiedo a un netturbino, dopo aver spostato la macchina avanti e indietro all'angolo della piazzetta che ospita il mercato.
- Sa, i piccoli sì, ma oggi usiamo quello grande, e...
- Ok, la sposto, ma dove? - vorrei lasciarla in mezzo alle bancarelle, come in una pubblicità.

Via Livorno. Mi fermo un secondo a mangiare dei falafel caldi, un po' grassi ma profumati. Il sole, ormai coraggioso, scivola sui vetri dei palazzi, e con lui tutto e tutti in un grande tempo comune: ma io sternutisco e chiudo gli occhi e gli occhi si gonfiano ed è buffo sentire intorno le arcate orbitarie, e rido e in fondo è un dolce stare male, non essere totalmente normale, permettersi di zoppicare...

lunedì 12 marzo 2007

Sette per sei Roma Pantano (un bambino romano ripassa le tabelline)

Sarei una perfetta blog-tracker, se questo lavoro esistesse. Le ricerche bibliografiche, costruire piccoli settori di mondo con mattoni di conoscenza, collegare i pezzi; tutto ciò mi appassiona. Leggere i blog e separare la pula dal mio grano, anche di più. Appena Luca ne ha parlato, volevo postare la mia, una Z-list sterminata, in realtà una All the letters-list di blogger romani presa da ricerche su varie piattaforme.

Le piattaforme. Blogger fa un po' acqua, perché sono sicurissima che filtrando nei profili con i Loc= "Roma, Italia" o "Rome, Italy", o anche soltanto Roma, Rome, Rom il risultato non rifletta nemmeno un centesimo dei blog romani ospitati dalla piattaforma. Molti hanno soltanto l'intestazione o un triste, solitario post "Hey dudes, questo è il mio primo post!". E poi nulla, come se qualcuno si fosse affacciato ad una finestra e poi ritornato nella propria stanza e non se n'è saputo più nulla. Ma forse hanno preferito qualche opzione di privacy... Anche blogs.it ha la sua suddivisione per città ("città popolari" le chiamano loro) e un'importante funzione: segnala i giorni dall'ultimo aggiornamento del blog. Così sembra proprio facile facile. Ma no, perché purtroppo la pagina si carica lentamente e pochi blog sono veramente aggiornati con continuità.

Indubbiamente Blogitalia mi ha dato una grande mano, perché ha i blog geoindicizzati (potevo pensare anche a Splinder, sì. Ma esplorerò in un secondo tempo), oltre alle mappe, i tags e tante altre diavolerie geek che adoro. Se loro provassero a fare una loro "galassia" ne uscirebbe un'altro mondo. Ma molti dei blog presenti sono stati cancellati o non aggiornati da molto tempo, sono senza blogroll o commenti, etc. Manca un po' di sana manutenzione... ma al momento mi sono sicuramente stati i più utili, i migliori. Non ho trovato blog-spam, ancora. E ho escluso i "0 comments", coloro che ancora non sono entrati in rapporto con altri blogger; i blog troppo tematici (di calcio, di heavy metal, di cani, di agenti di viaggio, etc; e i myspaces (territori adolescenziali nel 99% dei casi - hanno bisogno di uno studio aparte). I blog con feed seguibile sono entrati nel Reader e lasciati lì a maturare per circa un mese. Il risultato, blogger romani che aggiornano con continuità ed hanno qualcosa da dire:

At Home in Rome - una americana a Roma
Blogfriends - LA community
Blogyourmind - un blog intorno a noi
Doctor Bebop - medicina & jazz
Half a Drop - un romano a Londra
Junkie Pop - musica, cinema, fumetti, io
Parcheggi male - perché mi fa troppo ridere
TsunamiNotes - parla da dentro

E per adesso mi fermo, oppure il mio Reader raggiungerà misure buone per il Guiness. ..

Dudes, i'm back in blogosphere

1) il nostro principale provider è stato di parola: entro lunedì era, entro lunedì ho di nuovo linea e tutto. Per una diffidente come me, è un fantastico ritorno a casa.
2) dopo questo buio virtuale di tre giorni, tornare e trovare Loïc che parla di microblogging, è ancora meglio.
3) si parlerà anche della BlogCena.

4) sono anche stai proclamati i Bloggies 2007, evvai!
5) e a questo punto, apro il Reader e vi parlo della mia Z-list... dopo cena, però.

sabato 10 marzo 2007

Comunicazione di servizio

Non sono rimasta ferma al giorno della Donna... purtroppo la mia linea telefonica è andata, credo - così dicono i risponditori - fino a lunedì.
A presto - sto scrivendo su un computer prestato... uffah.

giovedì 8 marzo 2007

Non mimose, ma tocchi di prosciutto (oppure un quarto di castelmagno, una bottiglia di barolo, and so on)

Non riesco a fare un elenco di quelle donne che sono con me tutto l'anno. Amiche, colleghe, vicine, compagne eventuali di una sala d'attesa, motoriniste che affrontano spavalde la mattina, autiste e macellare, netturbine e vigilesse (le più eleganti), impiegate del comune e zitelle nelle asl, studentesse che parlano a voce bassa di ragazzi, infermiere e radiografe, giornaliste di tg, dj e bariste, le mie adorate pasticcere, sysadmin e geek e blogger che rispetto, farmaciste, edicolanti che mi danno il giornale croccante alle ore 6, distributrici di benzina e casellanti d'autostrada. Per tutte, tutto l'anno, il mio desiderio è che siano il più possibile felici, a contatto con emozioni di gioia, che percepiscano e vivano la loro e l'altrui umanità, e che in nessun momento la solitudine sia per loro un giogo, ma un'occasione di riscatto, di speranza e di forza.

mercoledì 7 marzo 2007

Operator, make the music play in time

Un ambulatorio, alla fine, è un edificio come gli altri. Ma di pomeriggio sembra di più un edificio di uffici, un qualunque serbatoio di burocrazia: passeggio su e giù davanti al servizio ecografico, con le cartelline in mano cui i dati anagrafici mi sono scritta da sola, alla faccia di tutta la tecnologia e i codici a barre. Un ometto silenzioso vestito di blu scivola in silenzio insieme al suo carrello delle pulizie, come una coppia di pattinatori. Non guarda nessuna di noi tre donne spettinate, stanche da famiglie, uffici e quant'altro, che aspettiamo sulle panchine typical usl. Esce l'infermiera e per la prima volta si rende conto che un po' soffro e un po' rosico, perché come una cretina ho bevuto un intero litro d'acqua, quando basta mezzo litro; me lo sono scordata di nuovo. Lei mi guarda con un misto di compassione e disprezzo. E' da stamattina che sta in ospedale: prima il Pronto Soccorso, poi i silenziosi macchinari, le stanze asettiche, le pazienti che soffrono perché le donne sanno soffrire più, e meglio, e il parto, etc etc. Digrigno i denti. Il bagno è fin troppo vicino. Sto per piantare tutto. No, sì. Puoi affrontarlo, su, ce la puoi fare.

- Ma anche i maschietti devono bere un litro d'acqua prima di un'addominale? - chiedo all'ecografista, un ragazzotto dagli occhi dolci che scrive il referto sulla tastiera virtualmente zen.

- E sapesse quanto sono lamentosi... più delle donne - e gli occhi gli ridono molto più delle labbra.

Nell'ascensore entriamo in tre. Quando le porte si chiudono tiriamo il fiato, insieme. Sorrisi timidi, una di loro guarda una radiografia. E' finita, penso che pensiamo, finalmente possiamo uscire. Nell'atrio una delle addette alle casse gioca con un bambino, mentre il marito li guarda; forse sono venuti a prenderla troppo presto. Quella che mi ha dato le cartelline intonse ride la battuta di qualcuno mentre torna nel suo spazietto con l'ultimo caffé della giornata in mano.

Fuori è notte, e c'è un silenzio irreale quasi quanto la chopper fucsia e argento parcheggiata nel cortiletto interno. Lei se ne sta lì luccicante di lustrini e acciaio, ambigua e trionfante nel parcheggio vuoto: Live to ride, ride to live. E c'è un umanità in questi momenti e situazioni che fuori si trasforma in disumanità. Al semaforo mi affianca un Alfa Spider gialla il cui guidatore guarda pacioso un filmetto nel video incastrato nel cruscotto. Un ragazzo sul motorino si ferma a due metri del verde e non parte: sta leggendo un messaggino sul cellulare. Mezza mia Calcutta è chinata su se stessa e mezza mi passa davanti a tutta velocità. Ho voglia di rifugiarmi a casa...

domenica 4 marzo 2007

My heart is my only carriage



Fiori, fragole e fragoline

- Ma tu guarda. Prosciugano il lago usando un vecchio emissario romano, tirano fuori due navi piatte, perfettamente conservate nel fango, ci fanno sopra un museo coi fiocchi... e poi un giorno brucia tutto. Alla faccia della memoria.

C'è anche il basolato romano, nella strada che da Nemi porta al lago. Campetti, terrazze, serre un po' sfatte: è ancora presto per le fragole, è ancora presto per le canoe. In fondo al cratere l'acqua è così liscia che si capisce perché il lago fu chiamato lo Specchio di Diana. I pescatori ascoltano immoti come insetti le voci gravi delle rane. Davanti a un cancello bordato di mattoni di tufo, una scritta nel travertino riporta una frase di Cicerone sulla nobiltà di essere agricoltore. Nell'aria soltanto l'odore delle mimose. Vorrei dire di questo silenzio, dei movimenti che avranno i raccoglitori, chini sulle loro piantine; o dell'aria foschiosa, delle due città che si affrontano, di come nelle loro strade c'è una domenicalità diversa: a Genzano si va in macchina ovunque - sembra qualunque stradone romano alle 18 -, a Nemi il tempo sembra quasi fermo, si può respirare.

Mi tengo tutto negli occhi e da lì alle circonvoluzioni. Da quando ho trovato, buttate sotto un cassonetto, vecchie foto ingiallite e lettere ripiegate, una borsa sfondata da cui uscivano biglietti e cartoline, provo a non dimenticare. Stavo per raccoglierle, almeno le foto (le lettere no. Non sono capace. Altro che disturbo, sarebbe stato l'assassinio della privacy), ma c'era troppa luce dentro ancora, troppi sorrisi di persone sconosciute. Potevo forse mandarle qui. Si può parlare tanto di meme, di persistenza delle informazioni nel web 2.0, di e-book. La memoria qui è volatile. E' importante trasmettere, più che conservare: e che qualcuno ricordi e lo trasmetta a sua volta...

sabato 3 marzo 2007

Immagini preziose

E' sabato, il cielo è spesso come una coperta - primavera, dove sei....

Ora, metteteci il sottofondo musicale che vi piace (io, un remix dei Klaxons - via Inkiostro - di My Love di Justin Timberlake), e vedetevi questa lezione di cinema. Quanti film, quanti attori riconoscete?

Delizioso. Grazie, Microsiervos.

venerdì 2 marzo 2007

Annunci fast

Vado a vedermi, per l'ennesima volta, Jumanji. Nel frattempo, a qualcuno andrebbe di vedere la luna rossa domani, da qualche parte? Il cielo si prevede sereno. A domani.

Update: No. Cielo stracoperto. Me lo vedrò, se ci si riesce, qui.

giovedì 1 marzo 2007

Narcisa e Mokadoro



Parco della Cervelletta, stradina

Non ci vuole molto. Quando si percorre quasi tutti i giorni lo stesso territorio - un po' come nei film o nei libri in cui il personaggio principale conosce come le sue tasche una grande zona intorno a lui - e si è viaggiatori dentro, inquieti ed errabondi, si finisce per esplorarlo. Non sono mai uscita davvero dal mio piccolo paese, dove bastava fare un chilometro di strada e già eri lontano, in mezzo ai boschi; o in direzione contraria, verso il mare, a farsi spruzzare il sale negli occhiali. Da qualche parte l'erba, gli alberi, le rane, mille odori mi chiamano, e mi tocca vagare per i parchi, o entrare nei cortili del centro, sempre col naso in su, perché sopra ci sono i limoni e le vespe, o i lavoratori extracomunitari sui ponteggi, a ora di pranzo, che fumano e mi seguono con gli occhi mentre passo di sotto: ma soprattutto c'è il cielo, bordato di code di nuvole, come un lenzuolo fresco sugli occhi.

Oggi ho seguito quella stradaccia che è via di Tor Cervara, stretta e piena di trappole, ponti e curve da circuito - nel senso che hanno il rialzo laterale - e che nasconde rovine romane, casali diroccati, torri medievali. Le cornacchie dell'A24 (sempre sui lampioni) si sono date l'avviso: mentre camminavo - tentando di non affondare nel fanghino nero, calpestando purtroppo perfette piantine mignon - per la stradina che scende dalle case coloniche in rovina, con davanti agli usci limoni carichi di anni e di frutti e profumate mimose, loro si posavano sui loro campetti, sotto la Torre della Cervelletta, come un mucchio di fazzoletti neri. Ho girato intorno al casale dispersa in dieci sfumature di verde, cicuta e canneti, iris e lenticchie d'acqua proprietà delle rane. La strada finisce dietro via Bardanzellu, un'isola di tremendi palazzoni. Non c'è nessuno, è quasi primavera e questo posto ora è mio e del caso; ma il rumore dell'autostrada è come una grande ferita, come quello che devono sentire quei due ragazzi che oggi si affacciavano ad una finestra di quelle disgraziate case nella salita della Tangenziale: una libertà tronca, che non permette di uscire fuori, per tornare dentro più ricchi. Sento che devo tornare, per ora mi conservo in pixel fragili fiori bianchi e vecchi silos. E mentre giro di 180 gradi la prua verso casa, mi arriva l'odore di caffé della Morganti; finito l'intervallo mensa le tostatrici torrefanno, le macine macinano e l'aroma si estende fino al raccordo; oltre è territorio degli Osvego...