sabato 11 settembre 2010

Addio del passato [Ehm. Meno drammatico.]



Arco di Tito

Non amo più questa città. Mi sono resa conto qualche mese fa ma, come si fa con gli amori che scricchiolano, di cui il nostro istinto sa già la fine, non me ne sono voluta accorgere. Ora che in un sabato pomeriggio di sole non sento più la voglia di andare in centro, di scoprire quartieri nuovi e di fotografarli (ah Torraccia, ah Portonaccio), di salire al Gianicolo per annoiarmi con gli occhi pieni di questa luce pre-autunnale, è il momento di lasciare.

Lettore, non pensare che il resto del blog sia dunque noia. No. Ho scritto, e bene, di amore per persone che ho molto amato, e di amore per questa città; ho scritto di social network, di blog, di cose che mi facevano vibrare d'interesse. Ma ora no. Tutte queste cose sono sbiadite: per prima la città, sporca, rumorosa e incivile, e poi tante altre cose ora senza quasi più senso, infuffate, che nulla mi danno.

Potrebbe essere un periodo così, o invece [era] un calesse (cit.). Io ho sempre fame di vita, curiosità di vita, amore per la vita. Ma non ho tempo da perdere nello esplorare le vite degli altri. Io sono adesso, nulla è rimandabile: la dimensione del presente è insieme finita e infinita, e sono tornata alla strada, al giornale, solitaria nei caffè, bramosa di silenzio.

E mi duole il silenzio di questo blog, la morte dei blog come luogo di meditazione, dove prima di scrivere ci pensavi; non riesco a mantenere una chat infinita tutti i giorni. Per ora, il blog finisce qui.

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