sabato 25 ottobre 2008

La città



Foro Romano

Appena ho visto apparire sul Reader, seduta sui gradini dello Stadio delle Terme a Caracalla, mentre sopra mi volteggiavano strillanti un centinaio tra storni e gabbiani, una parola sola, ho pensato, a caldo: "e mo' dovresti chiudere anche tu".

Ma sull'autobus, oggi, trambustata di ritorno dalla Libreria Spagnola dov'ero andata, ben cronometrata rispetto ai miei tempi sabatini, in cerca di certi libri, mentre guardavo fuori dietro a tre signore svedesi che non erano mai uscite dal centro - e ciò significa che non avevano visto che marciapiedi e strade lindissimi, aria levigata, una città fatta di e per turisti come loro -, e che indicavano ridacchiando i centurioni cinecitteschi che sostano vicino a quei cento metri del Foro di Augusto e di Nerva, dietro i quali c'è la più bella cartolina dell'insieme di secoli che hanno fatto la città, mi sono detta: "Sei intontita dallo stress e dal poco tempo tuo. Nemmeno un idea, ti viene. Semmai ti viene, non hai tempo. Il gatto che si morde la coda". Malinconia, struggimento sempre uguali col passare degli anni.

E poi sono transitate davanti ai miei occhi le colonne del Tempio di Marte Ultore. Ho mangiato il loro bianco nuovo con gli occhi, pensando a Kavafis.

Non troverai altro luogo, non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro.

Scriverò ancora.

Apdeit: Anche il Garba scrive ancora!!! Evvai.

martedì 21 ottobre 2008

Grazie per l'add-raccio

Sul mio Blackberry, di default, appena attivata la tariffa e quasi prima del Benvenuto ed altre mail di appoggio, si è automaticamente istallato Facebook. Un attimo impermalosita - perché io scelgo -, l'ho disistallato. Ora, nemmeno due mesi dopo, io marziana sono circondata - anche al lavoro la frequentazione e l'eccitazione che produce quest'applicazione di social network sono alle stelle - da utenti che cercano e trovano cuggini e compagni di elementari, che mettono postit sulla bacheca, che ne parlano e ne parlano come l'ottava meraviglia, accettano inviti a gruppi, escono a cena, sorridono nelle foto, etc etc ad libitum.

Ora, non voglio fare un post disfattista. Stammatina sull'autostrada, sorridente non so perché dentro la stessa Nissan, ho ritrovato una donna bionda di cui avevo scritto nei primi tempi, quando i blog scappavano fuori dalle mani degli specialisti per riversarsi sulla folla e cominciare a costruire il web 2.0. E ora, forse adesso, tutto l'hype del web si è riversato su FB. Persino i vecchi wiki, gruppi su altre piattaforme, forum, tutto sembra collassare; per un momento ho visto il gruppo sul RomeCamp e stavo per cedere... pi ho visto che era pubblico.

Non so se è bene o male. So che non ho alcuna voglia di ritrovare i vecchi compagni delle elementari, o i miei cuggini con cui sono aperti altri canali. Mentre invece mi servono i costruttori di macchine utensili (come quelle che trasformano gli alimentari) e coloro che ci lavorano tutti i giorni o i guidatori di macchinari spostacontainer, oppure gli astronauti e tutta la banda delle missioni NASA, o persino le signore che fanno le pulizie al CERN e tutti gli studiosi sparsi per il mondo, gli storici, i conservatori, etc. Non ci sono su FB. O sì?

Raccontatemi voi. Passerà, o devo anch'io?

Update di stamattina 22.10, appena aperte le prime pagine dei gionali, mi trovo un articolo di ElMundo sulla cosa: c''è chi ne scrive in modo un po' più articolato. Da leggere con calma, sottolineare...

venerdì 17 ottobre 2008

Le metafore_1

"La notte è nera, la strada è nera. Soli colori, i segnali stradali: 90, 60, 70 baci rossi e bianchi, curve e strettoie che le mani seguono, macchine rosse che non supereranno mai quelle nere".

Disclaimer: Tutte queste frasi sciolte, pezzi di sogno, frasi ascoltate per strada rimaneggiate, che riporterò da qui in avanti, sono suscettibili di essere chandlerianamente "cannibalizzate" in successivi post o brevi racconti. Ma le voglio condividere, pensieri che la tecnologia mi permette di conservare non peggio né meglio che se le scrivessi nel taccuino giallo, ma che non sono twittabili. Enjoy (Deh, se vi piacciono).

giovedì 16 ottobre 2008

La vita non è nulla senza la salsa

A ognuno la sua. Ci sono quelli che la ballano, quelli che ci mettono dentro la pasta, chi l'annusa nell'aria vicino al mare, e poi ci sono coloro come me che, in piena estasi da yakitori mangiati nel Mercatino della Scuola Giapponese domenica scorsa, hanno chiesto agli esperti dove si trova, come si fa, immaginandosi la domenica armati di grembiule, pollo dissossato, forbici, stecchini, piastra e tanta fame da non poterli portare in tavola, ma mangiarli mentre si cuociono...

E gli esperti hanno risposto.
Adesso mi toccherà fare un post sulla paella (o sul marmitako, che mi viene meglio)?

venerdì 10 ottobre 2008

Heat

D'accordo, sembra che si mettano d'accordo tutti i platani, e poi tutte le robinie - un social movement piu' saggio e piu' antico - nel diventare marroni e gialli, millimetro dopo millimetro. Carezzo le punte fresche di una macchia di rosmarino, poi di una di lavanda. Scende il cielo schiacciando lentamente strisce di nuvola, piume ingrandite omaggio agli uccelli vigilanti, nascosti, che sentono arrivare da lontano l'inverno. Sull'autostrada il sole illumina sguardi, occhi intravisti sui retrovisori - dei quali avro' spesso nostalgia, per la curiosita' di sapere cosa celano - mentre rallento e mi fermo nell'ennesima fila. La luce calda mi prende la gola e produce l'immagine di mani che carezzano, di una notte flash chissa' dove. Ricordo un alito come di fragoline, tempo passato; quel silenzio che tutti possiamo ricordare quando l'abbiamo vissuto mi tocca e mi risana brevemente...

giovedì 9 ottobre 2008

Dark side of tech

Il computer e' crashato ieri sera; anche se mi ha permesso, prima di spegnersi, di salvare tutto quello che c'e' di veramente importante. Non si accende piu'. Rimarro' mobile per un po'. [Stasera, fate un backup. Cosi', perche' sono un po' malinconica, nel silenzio non comune: il ronzare simil-elicottero della ventola e' un rumore bianco che mi manca]. A presto.

venerdì 3 ottobre 2008

Cronache invisibili

Stamane c'e' una spatolata di crema sulle facciate: e' la luce delle mattine di ottobre, ingiustamente disprezzata rispetto a quella dei piu' famosi tramonti. Mentre per la terza volta riprovo a partire in terza ai semafori penso alla lettura, commentata ieri da Luca sul Nova cartaceo, dello stato della blogosfera vista dal mega-contatore. Mi colpiscono i blog invisibili, i poco aggiornati sopra tutto. Immagino i loro proprietari come gente come me, il cui tempo e' strizzato come una spugnetta da bagno alla fine della doccia. Ma io faro' di piu', mi dico mentre le macchine mi passano accanto sull'autostrada e quasi mi fanno capottare, ferma sulla corsia d'emergenza. Scrivero' con la mia microtastiera, aggiornero' con pensieri mobili, fluttuanti. Potrebbe essere il futuro?