sabato 30 giugno 2007

Signo', fa caldo

Questo blog va in vacanza. Per i curiosi, c'è il feed, così evitate la frustrazione (ha ha).
Trattate bene la mia città in mia assenza..

lunedì 25 giugno 2007

Hang loose, go with the flow

Mi piacerebbe a me uscire adesso, nel fresco della sera, con la polo immacolata ed i bermuda kaki, le sneakers morbide come fatte a mano, che porta un ragazzo slanciato, gli occhi nascosti dagli immancabili occhiali un po' a specchio, i capelli tagliati molto bene, trascurati perfettamente ciocca a ciocca; entra nell'autoscuola davanti alla latteria da dove io sto uscendo con il litro di latte gelato nell'incavo del braccio, e lì sparisce.
Ma io sono un terzo meno slanciata, medito.

Lo stesso meditavo venerdì scorso, ed altre cose ancora, prima di essermi presa una botta di malinconia nella notte feroce dell'estate. Le meditavo sotto le insegne del Brunswick, dov'ero arrivata come sempre prima alla BlogBeer che l'infaticabile Senzastile ha organizzato, e dove tentavo di collocarmi nello sfondo, una curva e un rettilineo dietro il Tevere che sembrano rubati al delta del Po, o ad un fotogramma di Paris, Texas, in mezzo ad una Roma padana nascosta dietro le robinie che non si muovevano per niente: muri arrabbiati di un verde cupo sotto il quali a partire dalle 22 sono scoppiati come fuochi d'artificio ragazzini motorizzati e famigliole, coppie uni e bisex e un tipetto solitario inguainato in maglietta fluo che si mangiava le unghie; eccolo che finalmente sbuca con il socio da una macchina bianca che lascia la scia come la mitica DeLorean, dinoccolato l'uno e lievemente gellato l'altro, ecco che pure scendendo dalla sua moto grigia appare Robie stanco morto ma, come sempre, con il fine sorriso del vero gentleman, e quando ci avviamo verso il locale che sembra una serie di decalcomanie anni '50 (e che vorrei far fotografare a Damiano) ci raggiunge il mitico Garbaland, romano adottivo ma-non-troppo, un milanese posato i cui occhi sono svegli, che ascolta con lentezza e setaccia le parole.

La birra è ghiacciata, un po' forte. Si parla di tante cose - ma soprattutto Web 2.0, il concetto di tempo, come vorremmo il futuro - che ci accomunano. Si parla anche del crampo-del-blogger, un lieve malanno che qualche volta, quando non siamo aderenti a noi stessi e dunque al mondo, ci impedisce di postare qualcosa che vorremmo far sapere a chi ci legge. E io penso, ogni tanto, che anziché tanti memi autoreferenziali (ma santo cielo, quasi tutti usiamo gli stessi strumenti "sociali".. c'era bisogno delle liste?) dobbiamo tornare allo slow-blog, a scrivere per condividere, a uscire per conoscere, a fare strike sui birilli dei minuti passati davanti al video anziché viverli.

domenica 24 giugno 2007

Oggi, San John

Oltre all'augurio mondiale a tutti i Giovanni, oggi rosico.
Forse il 27 ce la faccio. Forse. Sarà pieno. Con Uri Caine al pianoforte....
Doc, forse se applico uno stetoscopio alla porta...?

sabato 23 giugno 2007

Zoppicar nelle nuvole



Furgoncino sulla tangenziale. Sulla scatola: "Vento. Prodotto importato"

Annaspo, intrappolata da macchine che non vedo, dentro lo sciroppo nero e denso di robinie che è il parcheggio. L'orecchio è teso, collegato con il piede del freno, pronto a cogliere uno scivolare di lamiera su lamiera, che non deve succedere oppure mi sentirò male, insopportabilmente; e nel manovrare per uscire dall'oscurità, come in quei sogni dai quali ci si sveglia con la bocca amara, vengo bombardata da luci gialle, verdi, rosse, da riflessi delle magliette e dei motorini dei ragazzi che fanno parlare gli scarichi taroccati nel silenzio della mezzanotte.

Che silenzio, adesso, nei lungoteveri. Tutte le macchine fluiamo senza un claxon, senza i normali strilli dei gabbiani del fiume. Come in un gioco al computer in cui la realtà fosse ridotta al minimo, molto vicina all'emozione animale: mi sento la febbre di correre fino a quando la strada finisca, da qualche parte in mezzo a un campetto bruciacchiato, inospitale; e lì aver paura, e voglia di tornare.

Girare, sorpassare, nella radio un tunztunz che mi si incolla al cuore; ritmicamente pensare e s-pensare a te con gli occhi bassi e un peso di dolore, ritmicamente pensare e s-pensare alle mie mani fatte di stelle, notturne e lievi, che ti disegnano mentre dormi, che ti creano l'ombra e i riflessi strillanti della luna, di bianco puro.

giovedì 21 giugno 2007

Breve brevissimo

Da oggi leggo tutto il leggibile nelle mie tre lingue conosciute (più una 'nticchia d'inglese) sul Wikio, che già mi piaceva nella versione francese..

E invece il mio ranking (qui a destra) me lo gioco. Dovessi finalmente vincere la Polinesia? (o anche Ponza, via)...

venerdì 15 giugno 2007

Pozioni per restare bambini

Ho evitato tutte le SummerBag delle riviste femminili, e anche tutte le infradito fluorescenti e gli "speciale paste fredde" (a me, anche se cucino straclassico italian-spanish, piace mangiare più colorato, come dire, più orientale), le diete all'ultimo momento, le creme capelli-abbronzatura-depilazione all-in-one; e soprattutto ho resistito all'influenza negativa della cappa serale di calore sul traffico romano.

E' come se dovesse scatenarsi un monsone, ma no. Per un po' tutti gigioneggiano. Poi, siccome nulla succede e i vigili si sventagliano con le librette delle multe, subentra l'impotenza: si odia il meteo inclemente, si comincia a sorpassare di sopra e di sotto e a maltrattare verbalmente pedoni che attraversano a sorpresa, motoristi che zigzagano in un modo che solo i amanti del bungeejumping od altri sport da sprezzo del pericolo, camioncini che sputacchiano una quantità di fumo tipo Città del Messico. Ed arrivati a casa si spalancano le finestre come se questo gesto fosse un immenso sospiro, un misto di rabbia da tifoso deluso e fame di ponentino.

I gabbiani del nido strillano contro le cornacchie, qua vicino. Una bagarre che ha svegliato cani e gatti. Alzo lo sguardo e sogno il mare... quando sentirò il mare? Presto, presto...

P.S. Intanto, consultate le agende. Se qualcuno vuole raggiungerci alla BlogBeer venerdì 22, è cosa bella. Ci scappa pure un bowling. Allenatevi.

mercoledì 13 giugno 2007

Un accento proferisti

Dovrei riflettere, un pochino almeno, su come continuare a scrivere nel blog. Finché ogni giorno uno ci si disciplina, naturalmente o perché lusingato dalla lettura e l'attenzione altrui, tutto va bene. Ma appena questo tempo del comunicare viene preso da altre priorità - oppure anche, come sta succedendo a me, vedo blog di tutti i tipi scritti dapertutto e da tutti, spesso per moda, e sento un po' una certa stizza da intellettuale - mi riprende un po' la sensazione del "troppo", che mi basti aprire un giornale qualunque per venire sommersa da spunti e da curiosità, e questa Babele mi da noia, una cosa che si da le botte con il mio concetto di comunicazione. Mi rifugio nei libri di carta e nei film come nell'era pre-blog, esploro interi mondi monotematici (è un ovvia reazione, penso, alla molteplicità delle opzioni mediatiche) ma nemmeno questo basta.

Ieri, poi, scopro che uno dei blogger "tecnici" che più rispetto ha scritto una lapidaria su Twitter, che a me continua a divertire, ma anche lì il baco babelico si è insinuato. Mi chiedo se sarà il caso di fare marcia indietro e ripensare questa stanza tutta per me, come dire riarredarla (e non parlo del template, che mi sta bene così), riprogettarla in modo che renda di più il mio attuale concetto di comunicazione blogosferica: più insegnamento-riferimento, senza perdere il mio sguardo sulla città; meno bombardamento di input e link. Qualcosa di molto vicino, ma all'occidentale, all'haiku, allo zen....

giovedì 7 giugno 2007

Un intranquillo pomeriggio di Corpus

Per andare a casa mi tocca girare intorno alla Basilica, dove il tempo è antico oggi, ma nessuno se ne rende conto: nulla di diverso in fondo rispetto a quei secoli in cui c'erano le processioni ritualizzate, le liti per i diritti protocollari dei nobili e della curia, i lampi di odio e gli amori nascosti tra le famiglie propietarie della città, i palii, gli stendardi, i cavalli bianchi. Oggi sono pronti i cellulari, dritti come candele; e le strade sono lisce come lo saranno state allora, senza doppie file di cavalli e gruppetti di donne e ragazzi che schiamazzano perdendo tempo alle fontane pubbliche. Quasi quasi ci volevo andare, al Corpus, e con questo spirito osservare i gesti, ammirare le oreficerie, decifrare i movimenti dei cordoni di sicurezza, del semplice popolino, dei baristi, di quelli delle bancarelle con le magliette e i Colossei made-in-cina. E invece mi tocca girare il muso dello squalo davanti alle decine di vigili un po' spaesati - che hanno colonizzato SanGiovanni appena sono stati messe le paratie che nascondono i cantieri non ancora cominciati, e che prevedo fabbriche di San Pietro - mentre indico una scorciatoia a due donne su un furgoncino di Bari e mando un occhiataccia urlata a uno che parla al cellulare davanti alla paletta come se niente fosse.

Ma è stata una giornata pesante. Volevo buttarmi su un letto e chiudere con gli occhi tutto al di fuori. Salendo per via della Navicella chiedevo l'impossibile: "Il mare. Fai che dopo la fine del dosso ci sia il mare. Mare, mare..." Le file di macchine s'ingrossano davanti ai miei occhi: Oh deh, non a me, io so' quasi romana... . Un sorriso e svicolo saggia per i dintorni dei SantiQuattro; un sorriso e guardo le soffitte da Bohème su un edificio di via Merulana; un guizzo d'invidia verso la piscina nascosta lassù; un sorriso per questa chiesa misto Borromini; uno sguardo per un lui giovane, con un calice di prosecco in mano, che corteggia una lei uscita dal suo bar a respirare, a mettere spazio fisico tra i due.

Troppe luci blu, troppi lampeggianti sotto il chiesone bianco. Avrei bisogno di semplicità. O forse di vacanze...