lunedì 31 luglio 2006

Turno A - Turno B 2006

No, non si tratta del campionato di calcio, ma delle vacanze. Il giorno si avvicina, e io vado sciogliendomi nella lentezza assoluta del traffico, nell'indolenza degli addetti nei supermercati, nel sapore squisito dei gelati. Provo le diverse cassate e creme del quartiere. Da Barchiesi a Via La Spezia fino a Procope (crema di limone alle fragoline di bosco), sul piazzalone di Re di Roma, dalla Doppia Panna su Via Tuscolana fino a Petrini (qui, la cioccolata). Il gelato si semiscioglie; io lo mangio quasi liquido. Alla fine vado a comprare una vaschetta da Fassi... purtroppo Gelarmony mi rimane troppo lontano).

Adesso vado. Questo blog chiude fino alla fine di agosto, ipoteticamente (qualche foto andrà su Flickr). Per te lettore o lettrice, che da qui passi anche casualmente, un augurio di buone vacanze.

giovedì 27 luglio 2006

Beati coloro che possiedono un paio di cuffie

Mi domando se RadioRai non voglia fare come la BBC, che trasmette via web i concerti e alcuni, dopo, li tiene per un po' sulle sue pagine, permettendo di riascoltarli. Forse succede e io non me ne sono accorta? Staremo a vedere. Intanto uno me lo posso sentire, ed è quello cui non sono potuta andare, del quale ho soltanto potuto leggere le recensioni: il destino e la radio mi permettono almeno di sentire (e anche a voi), i Massive Attack in concerto a Roma, registrato venerdì scorso, domani alle 21 su Radio1.

martedì 25 luglio 2006

Corazones llenos, bolsillos vacíos*

Stamane mi chiedevo se portare il portatile con me in vacanza. M'immaginavo sotto il caldo. Ho deciso di no. Non sono ipertecnologico-munita, e non lo voglio essere: esistono gli Internet café, via. Qualcosa posterò. E mentre leggevo i giornali sono caduta su questa notizia: E' partito ieri il Campus Party, a Valencia; un raduno colorato di geeks ma anche di giocatori virtuali, costruttori di robot, designer di case ed altre diavolerie. A me, normale user, che riesce anche a impazzire perché non si accorge della tastiera scollegata, piacerebbe sapere due cose. Come sarà navigare insieme a 5.500 persone? E quanti tra di loro sono bloggers?

* Cuori riempiti, tasche vuote (da "Sultanas de Merkaíllo", di Ojos de Brujo)

martedì 18 luglio 2006

Baciami ponentino

Irlandesi, Finlandesi, inglesi e danesi, tutte le guide e sottoguide di viaggi la citano; ma soltanto un blog parla della Festa di Noantri, l'unica festa della Capitale: il Garbaland, l'anno scorso. Non sono mai riuscita a capire perché non ci siano, oltre a questa, altre feste di quartiere. Noi spagnoli siamo notoriamente festaioli e l'estate la si può passare di festa in festa (specialmente al nord) per due o tre mesi, senza sosta (oppure con soste forzate per le troppe bevute e mangiate..).... Sì, c'è tutta l'estate romana, que le monde nous envie, ma... ecco, dove lo trovi un'altro Torneo dei Camerieri? E gli stornelli (anche se loro non ci sono...)?

Direi che un giro per le stradine seicentesche, piene di gente, ragazzini, motorini, caciara e odor di porchetta posso permettermelo. Ci sono sopravissuti (alla calura) che vogliono accompagnarmi?

domenica 16 luglio 2006

Certificato Bio-blogico

Il mio stimato Loic delle Marche (anche se in realtà, un Loic italiano sarebbe formato, per me, da parti di tutti quei cervelloni che ho linkato a destra, nella zona blog-specialistica…) si è divertito a cercare classifiche e liste in giro per la blogosfera europea: insomma, ha fatto un po’ di diving altrove, tenendo comunque d’occhio il blog-melting-pot nostrano. Per navigazioni sul terrazzo, sorseggiando un buon tè freddo, ovviamente biologico…

Mi sorge un dubbio, adesso. Mi lancio in un blog-diving africano o polinesiano?

sabato 15 luglio 2006

Sono strana in modo sproporzionato



Le infradito, Acquapiper

Strilla come un aquila, il piccolo. E’ stato ripescato da una delle piscine dei piccoli dal papà, e non permette a nessuno di togliergli la ciambella ben aderente: l'unico intollerante ai temporali estivi. La mamma e la zia un po’ svestite un po’ intogate nei grandi teli, con gli occhi ridenti ancora ben truccati waterproof, ridono e si siedono al coperto mentre il papà avvolge il piccino in un abbraccio-telo, in un abbraccio finti-pugni e baci, e gli fa sentire il calore e guardare i disegni tondi, ipnotici, che le pesanti gocce lasciano nell’acqua blu della piscina olimpionica. Noi tutti, visitatori tardivi accalcati sotto la tettoia, guardiamo di qua e di là in attesa che scampi, mentre l’infermiere occhialuto, che di solito troneggia verdeospedaliero davanti alla sua stanzetta, va a rifugiarsi nel bar come una grossa cavalletta sotto una foglia. I colori pop (penso a Lichtenstein..) dei costumi e degli attrezzi, gli elefanti e il dinosauro verde, lo scivolo quasi-verticale e quello con le spire blumare, che sotto il sole e la caciara formano un misto surreale, del kitsch che più mi piace, stanno adesso muti e rifranti nel lieve grigio delle gocce. I ragazzi dell’animazione, che fino a quindici minuti prima ballavano La Bomba insieme ai tutti i quindicenni abbronzati neri sotto il palchetto, ora girano in cerca di compagni nascosti dai grossi ombrelloni griffati, e ridacchiano contenti perché forse usciranno prima, sarà più facile chiudere senza ragazzini riottosi né disordinate famiglie allargate fino alla zia materna. Le ragazze dei gelati mettono in ordine i minuscoli chioschi a forma di frutto o di fungo, spengono serie i ventilatori.

La mamma intanto ha aperto un contenitorino ermetico e dà dei pezzetti di melone al suo cucciolo. L’odore inconfondibile, dolciastro e profumato, arriva fino a noi tutti come una frustata di fame, un’immagine di grande terrazzo sul mare, di venticello e musica che ci piace e gli amici che guardano verso l’orizzonte, dopo tanti mesi di paraocchi… La musica caliente degli altoparlanti esce in una cumbia che avvolge e sbuccia insieme la pelle calda. Mi lascio bagnare mentre vado verso la macchina, perché è obbligatorio lasciarsi intontire da queste gocce fresche ma non fredde, che si asciugano subito sui vestiti leggeri, ed esco dal parco acquatico con la mente annebbiata da un odore ed un sapore di frutta gelata. Sbaglio due volte gli incroci, e mi tocca fare inversioni canaglie in mezzo alle bretelle che uniscono i paesini a nord della Tiburtina. Il cielo ora è grigio acciaio, e le nuvole vanno lente come i grumi in un acquaio dopo tre o quattro giri di piatti, morsicate alle spalle dal vento solforato che viene da Bagni di Tivoli….

- Me ne dai uno che posso mangiare stasera, che sia maturo?
- So’ tutti bboni, adesso. – il ragazzo del discount, del tipo galattico-sempre-imbronciato che scatena supernove ormonali nelle casalinghe, mi allunga un meloncino retato, classe II, provenienza Italia.
- Grazie.

C’è silenzio alle casse. Si è alzato un po’ di vento. Riempio il melone di ghiaccio e lo lascio per un po’ in frigo. Poi me lo mangio ad occhi chiusi, senza sentire le notizie né i cani che abbaiano né il treno merci infinito che attraversa lentamente la stazione Tuscolana…

venerdì 7 luglio 2006

Wish me love a wishing well

Io non volevo abbracciarti. Se ti abbracciavo, lì, ero sicura che sarei morta. Non poteva esserci nulla di così forte, dopo. Sarebbero sparite tutte le emozioni, sarei rimasta come istantaneamente svuotata, ridotta ad una cellula primigenia: e non ti nego che volevo anche sentirlo, questo fulminante collasso della realtà. Volevo scomparire tra le tue braccia come avrei voluto farlo in altri momenti, in un tramonto in cui mi venivano fuori le lacrime e non sapevo, ne so adesso, il perché; o mentre leggevo le tue parole sul cellulare e mi sembrava che stessero per inghiottirmi come un biscotto nella crema tiepida o, come in un giro di tango, mi sentivo spinta giù e già baciata; e chiudevo gli occhi e stavo per svenire e poi passava una moto smarmittata e stringevo i denti dalla rabbia.

Abbiamo dunque giocato come due danzatori ancora acerbi, impacciati nel passo ma convinti della bontà della teoria; sentivo avanzare le tue spalle verso le mie e me ne ritraevo meno del dovuto, e al seguente giro di tempo e di strade condivise si ripeteva il gesto di un braccio che curvava e saliva nell'aria come un'ala, mentre dai, sta per arrivare un temporale, e siamo andati verso una vetrina appena coperta ma si sa che a Roma è così, ha cominciato a piovere senza se e senza ma, l'acqua rimbalzava e ci inzuppava fino alle ginocchia, e allora ti sei appena girato e ci siamo trovati stretti e non abbiamo sentito null'altro che il rumore assordante della pioggia ed il calore identico dei nostri corpi, ed ho volato, non ero più lì, non finiva più.

Eravamo lì, come due carte veline che si stingono l'una nell'altra. Ti ho riabbracciato e odorato, finché la pioggia non è finita. Avevo dentro tutte le emozioni, ero viva, ero un fulmine, eri tutta la mia elettricità.

lunedì 3 luglio 2006

Cerco l'estate tutto l'anno

La città è piena di iniziative e anche il più banale dei telegiornali, il più smanacciato dei giornali gratuiti mi ispira riflessioni che vorrei condividere. Ma sarà il caldo, saranno tante cose: fatico, fatico molto a scrivere. Sarà che in questi giorni accecanti di sole preferisco stare-con che scrivere-per. E mi rendo conto che il mio blogroll è fiacco di aggiornamenti. Solo i professionisti della blogosfera & tecnologici aggiornano con continuità. Dei miei preferiti qualcuno è partito, qualcuno studia come un forsennato, un'altro riposa (?) tra uno show e un altro, qualcuno si è innamorato, qualcuno riceve meritati riconoscimenti, qualcuno è fuggito per un po' ar freschetto, qualcuno passeggia e fotografa serenamente l'ebollizione estiva... E altri, come me, sono sicura, si avvicinano alla dashboard come a una pagina bianca e con lo stesso lieve, sospeso vuoto. Come se un giorno tutti ci fossimo trovati a far festa in una città straniera, entusiasti e affratellati, e poi piano piano ognuno tornasse a casa propria, carico di sorrisi e di promesse. E' così l'estate, e bisogna che ognuno se la beva nella pelle. Io vado al sole, a fare il pieno, e sarò meno presente in questa mia stanzetta, confessionale, scatola degli attrezzi. Ogni tanto verrò a riposare nell'ombra...

Per chi rimane, due siti per tutte le necessità: il comune, e i miei adorati RomaCheap.

domenica 2 luglio 2006

Passeggiate romane



Palazzo Ricci, fascioni dipinti sulla facciata

- Eddai. Volevo andare a colazione dai tuoi amici Braschi, quelli che parlano sempre di palazzi e costruzioni e piani regolatori. Non c'era un posto, c'è la ZTL acca24, e sono finita in via Traspontina. E che faccio, un parcheggio proprio là, di fronte proprio ar cuppolone, me lo faccio levà?. E no, caro. La mattina così fresca, i turisti ancora addormentati. Volevo dire un paternoster e du' avemmarie. Ah, tu vedessi gli svizzeri di guardia, tutti medagliati, non ce n'è uno che non sia stupendo... E poi quel tipo là non mi ha fatto passare.
- E per i vestiti corti, lo sai che non li sopportano.
- No, è che non avevo lo scialle. Fa caldo ormai, e stavo così bene con quel corpetto verde acqua, quello nuovo, senza maniche... Mi sono anche infuriata, ma niente. Quello là, la notte dorme, sicuro.
- Dunque ci avrai provato con le tue altre malie..
- No, tesoro. Me ne sono andata sotto Passetto, rimuginando per Borgo, imprecando contro tutti questi Torquemada vestiti di nero anche con 40 gradi; ho pure incrociato la generalessa, tutta coperta di gioielli, al braccio della schiavetta americana. Quella rosica che è vecchia e non ti può corteggiare.
- Basta che le pago l'affitto del pied-à-terre di Bella... no! scherzavo! Ahio!!!
- Attento a te, Rhett... sono arrivata alla latteria, piena di ubriachi addormentati. Pfui! Caffelatte e cornetto l'ho messi sul tuo conto. E poi, via, ho attraversato a Castello e son venuta su per Via Monserrato, fermandomi nei cortili pieni di edera, fontane tutte verdi di capelvenere e vasi che poggiano su vecchi capitelli... con il naso all'insù a guardare gli attici di lusso, le verande...
- Ecco, tu passeggi. Benissimo. E io che mi mangio? E' ora di pranzo!
- Mami! Mami! Ah, che sbadata.. oggi è il giorno libero... Guarda un po' in ghiacciaia...
- Ecco... un sacchetto di fichi, un involto de pizza... NO!! Io me ne vado.
- Aspetta...Rhett. Rhett, se te ne vai, che sarà di me, che farò?
- Francamente, me ne infischio.
- Quanto sei burino. Allora pizza e fichi me li mangio io. Adieu.....!!