lunedì 3 dicembre 2007

Sono serissima, sono ancora serissima



Tramonto sull'A24

Sempre sulla stessa strada mattina e pomeriggio. Una catena di montaggio in cui i bulloni e le ruote dentate sono le nuvole, la luce, i movimenti delle solite, petulanti cornacchie abitanti della Cervelletta. Albe e tramonti, alberi coperti e nudi, incidenti e file, la solitudine del dopo ferragosto; fermarsi sulla corsia di emergenza maledicendo la propria, fedele macchinetta digitale, che non riesce a cogliere questa moneta gigante di metallo fuso, questa luna arancione dai contorni talmente nitidi che devo perseguitarla fino alle volute più alte della tangenziale, sospesa sotto un cielo grigio e rosa talmente vicino che mi sembra di toccarlo dal finestrino, e toccarlo sarebbe come sentire la pelle sfiorare un'altra che non si sfiorerà mai. Le case di via Igino Giordani le cui piastrelle assorbono i colori delle stagioni. I casolari abbandonati dietro recinzioni metalliche, sopra prati ben curati. L'odore di caffé dalla Camerino. Le pecore che pascolano i maggesi in autunno, mentre il pastore sta dentro una macchina, in mezzo alla terra dorata, in mezzo alle pecore immobili davanti al tramonto, e telefona dal cellulare.

Un ricamo della propria vita rimane sottinteso nelle strade che si percorrono. Fiumi di pensieri e di emozioni, le volte che cantiamo o vorremmo strillare a qualcuno, quei visi che ci incrociano e rimangono fissati per poi apparire nei nostri sogni, carichi di significati indossati come gioielli surrealisti. E parcheggio osservata dal cielo blu prussia, attraversato incessantemente dal faro davanti degli aerei che scivolano verso Ciampino. Qui, sempre più vicino, l'edicola s'inquadra da sola, da settimane, da quando - e il flusso di pensieri mi si sfalda.

Nochenonpuoi farlo, te lo sei detta centovolte, non finire come le nonmiarrendo, attonita davanti ai fermagli e i brillantini, le barbie e le magliette strizzate, i cofanetti del trucco. Nononpuoi farlo, nonl'hai fatto prima non lo fare adesso, eppure mi piace, eppure all'inferno -

- Mi cambia queste due monete per un euro? E' per un pupazzetto - chiedo all'edicolante, che suda tutto storto tentando di cambiare una lampada fluorescente di circa due metri. Il suo sorriso, io lo conosco. Dice: Alla fine l'ha fatto. Eh sì, mi ci vede passare davanti tutte le sante mattine e tutti i santi pomeriggi. Pensa: Ma quale pupazzetto. E' per lei..

Eccomi sto coso come funziona? Occavolo fai che non passi nessunochemiconosce tiprego. Giro la manovella ed esce l'ovetto con dentro una bustina rossa e dentro ancora una micro Pucca tutta seria. Veloce va nascosta nella borsa, e di corsa a casa. Mi sento come una bambina, e dunque né intelligente né idiota, che sente continuamente, perchè è anch'esso strada, il tempo e lo spazio; e che ogni tanto si ferma, con un pupazzetto in mano...

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