sabato 1 dicembre 2007

Don't get sentimental

Troppe Audi. Troppe macchine nere con dentro tipi con occhiali bianchi o belloni o chissà, forse affittate, con i vetri neri. Non le voglio questa mattina in cui parto come per una cronometro per la spesa sabatina, tappe diverse in quartieri diversi alla ricerca del pane odoroso o della stecca di vitella per il brodo, e guido stretta in mezzo ad una ragnatela di sogno ancora fresco, un bozzolo che m'immalinconisce. Entro ed esco dalle mura antoniane* circondata da un vento umido, la voce di Thom Yorke che scivola sopra i bassorilievi, uomini e donne fermi sulle facciate con in mano squadre o bilance, con accanto o sotto cornucopie e conchiglie, le decorazioni delle belle case borghesi. Le strade vuote, con soltanto qualche corridore ben coperto; il sole che passa dai parabrezza degli autobus, squadrato lì ed enorme, agli specchietti delle moto parcheggiate, inconsapevoli di contenere un poligono di cielo.

All'incrocio di Ponte Marconi un venditore di accendini e ArbreMagique assiste seduto, dalla base di un lampione, ai duelli istantanei di coloro cui non piace fermare la propria traiettoria. L'immobilità sua e la mia entrano in contatto senza toccarsi, me lo porto nello sguardo oltre gli incroci senza indicazioni dove di notte mi perdo, a volte di proposito, dove ho paura perché la città finisce e si entra nel buio delle consolari; ma gli occhi vanno ai ciclisti da sorpassare, coloro che poi sulla Colombo prendono la pista ciclabile nuova di zecca che quasi quasi va a finire al Gazebo bar accanto al cantiere di Piazza dei Navigatori, il cui caffé non ho tempo di assaggiare mai.

Mi rendo conto che sono le undici: i nonni sorgono dagli angoli delle strade con i passeggini, i pedoni attraversano con il loro pezzo di pizza in mano, o il cellulare. Improvvisamente onde bianche di furgoncini si riversano per le strade. La mia macchina è piena di buste di plastica, odore di mandarini e di pane di segale. E l'inverno c'è, lo so bene. I platani di piazza Vittorio sono come mucchi di spezie, curcuma e cannella fresca. Scendo i vialoni con il sole che mi acceca, mi attardo nei semafori non sincronizzati, armeggiando con il lettore mp3; lascio passare le moto più belle, le moto nere...


*Hai ragione, mio sorpreso lettore. Prima di smarrire una sinapsi, volevo dire "aureliane".

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