Don't get sentimental
Troppe Audi. Troppe macchine nere con dentro tipi con occhiali bianchi o belloni o chissà, forse affittate, con i vetri neri. Non le voglio questa mattina in cui parto come per una cronometro per la spesa sabatina, tappe diverse in quartieri diversi alla ricerca del pane odoroso o della stecca di vitella per il brodo, e guido stretta in mezzo ad una ragnatela di sogno ancora fresco, un bozzolo che m'immalinconisce. Entro ed esco dalle mura antoniane* circondata da un vento umido, la voce di Thom Yorke che scivola sopra i bassorilievi, uomini e donne fermi sulle facciate con in mano squadre o bilance, con accanto o sotto cornucopie e conchiglie, le decorazioni delle belle case borghesi. Le strade vuote, con soltanto qualche corridore ben coperto; il sole che passa dai parabrezza degli autobus, squadrato lì ed enorme, agli specchietti delle moto parcheggiate, inconsapevoli di contenere un poligono di cielo.All'incrocio di Ponte Marconi un venditore di accendini e ArbreMagique assiste seduto, dalla base di un lampione, ai duelli istantanei di coloro cui non piace fermare la propria traiettoria. L'immobilità sua e la mia entrano in contatto senza toccarsi, me lo porto nello sguardo oltre gli incroci senza indicazioni dove di notte mi perdo, a volte di proposito, dove ho paura perché la città finisce e si entra nel buio delle consolari; ma gli occhi vanno ai ciclisti da sorpassare, coloro che poi sulla Colombo prendono la pista ciclabile nuova di zecca che quasi quasi va a finire al Gazebo bar accanto al cantiere di Piazza dei Navigatori, il cui caffé non ho tempo di assaggiare mai.
Mi rendo conto che sono le undici: i nonni sorgono dagli angoli delle strade con i passeggini, i pedoni attraversano con il loro pezzo di pizza in mano, o il cellulare. Improvvisamente onde bianche di furgoncini si riversano per le strade. La mia macchina è piena di buste di plastica, odore di mandarini e di pane di segale. E l'inverno c'è, lo so bene. I platani di piazza Vittorio sono come mucchi di spezie, curcuma e cannella fresca. Scendo i vialoni con il sole che mi acceca, mi attardo nei semafori non sincronizzati, armeggiando con il lettore mp3; lascio passare le moto più belle, le moto nere...
*Hai ragione, mio sorpreso lettore. Prima di smarrire una sinapsi, volevo dire "aureliane".
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