lunedì 10 dicembre 2007

La grande bouffe2... o una specie: PiùCena

La Colombo è come al solito un nastro semi-natalizio di luci rosse e bianche, di notte, e girare la piazza dell'obelisco è forse un piacere sconosciuto ai più, visto che è l'unica che conosco dove non c'è bisogno di ribadire in tutti i modi romani (occhiatacce, gesti inenarrabili, furibondi claxon, ignobile avanzamento fino a che l'altro inchioda a due mm dalla portiera destra) la precedenza. Ora il parcheggio, dai famme trova' uno facile mi dico, e giro due volte Piazzale Kennedy, intravedo capannelli fuori sotto la luce arancione (gemella di quei lumini da chiesa che illuminano le strade): ecco un po' di gente emozionatallegralcolica, subito saluti e risate, tante facce nuove, foto di già, Maxime che offre con quel suo fare timido (mentre agli angoli delle labbra affiora un sorriso cyranesco) magliette gigantesche di non so quale Old Barcamp (e la mia, sob, l'ho persa); Samuele nel ruolo del conduttore delle masse porta una folla di bambinelli cresciuti verso il Tatà: fotoricordo di gruppo, capannelli e commenti nell'attesa di entrare, Marco serafico con la sua Wonder dagli occhi luminosi, Brassy con quel suo maglionescialle, Ermanno che sembra un ideale fratello maggiore.

In un angoletto si preparano i rituali tag di cartone - Estroversa ai pennarelli e il sorriso che non se ne va mai - che l'Epifani-prof distribuisce mentre in una recondita stanza del suo cervello accademico collega blog a facce, Zoro e Mae e Svaroschi perennementi sorridenti dagli occhi; e altri tanti di cui non so il nome, di cui non so niente, eccoci tutti qui: nemmeno una moto da sfoggiare o il modellino teleguidato fatto a mano, solo un blog, una parte di noi.

La cena: beh, lasciamolo dire a Marco. I tecnici tirano fuori computer e palmari, telecamerine, microfoni. Le foto? Fatte dai tre caballeros (and other folkz). Ridere? Basta lui. Continua la conversazione? Con loro. E gli altri? Alla prossima BlogBeer, perché non sono riuscita a parlare con tutti.

Parole. Io non amo parlare molto, bensì ascoltare e intuire, e tacere alle volte. Ricordatelo: grazie a lui, e a lui prima, per l'anno scorso. Nella notte, di ritorno a casa, a loro pensavo. E a color che non sono stati con noi per vari motivi. E a noi.

P.S.: Quanto al PiùBlogCamp, di cui non mi permetto di parlare, leggete qui e/o qui, e/o qui.

<< Home