martedì 23 dicembre 2008

Is Christmas? - Ouch

Adesso, io andrei a rifugiarmi nel letto, e non riemergerei che il 1 gennaio, per andare al cinema nel pomeriggio.
Oppure se ero in Castiglia, sarei uscita fuori casa, all'assoluto silenzio dell'altipiano, un territorio senza feste né ricorrenze che contiene però la visione, e la percezione che mozza il respiro, del continuo girare della terra.
O mangerei da sola in un ristorante che sta per chiudere, con il personale che mi guarda stupito dall'oblò della cucina e fuori si raggiunge il culmine della tregua natalizia.
O anche: di notte in un treno, che il macchinista ferma a mezzanotte per un breve momento: e da qualche parte si sentono evviva e lo stappare di uno spumante, e mi potrei sentire come in un capitolo di racconto di Carver ambientato in mezzo al deserto del Mojave.

No, farò invece cose normali, stabili; vivrò scene che un giorno studieranno gli storici e gli esperti sociologi.
Che scriveranno di auguri scritti nei blog e ne faranno un'analisi esegetica per fasce di età, livello economico e titolo di studio.

Chi passa di qua sappia che non soltanto oggi, che non soltanto domani e che per altri 363 giorni è ricevuto con un sorriso e, se si comporta bene, anche una pacca sulla spalla e ascolto illimitato. Auguri, a 'bbelli e bbelle. Que sea leve.

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