I social-aliens passano col giallo
Facoltà di Economia RomaTre, sede del RomeCamp2008
Mi stanno davanti nella configurazione dei Verve nel video che li rese famosi: prima un adolescente smunto, risoluto, le labbra strette; dietro i sodali compagni, dinoccolati tutti, padroni della loro strada. Si avviano verso il mercato di via Sannio che a quest'ora di quasi pranzo fermenta di persone che consumano misteriosi cartocci o telefonano passeggiando in mezzo alla strada; mi toccano le occhiate intelligenti di lunghi uomini di colore svegli, o di coloro che chiedono l'elemosina al semaforo mentre scannerizzano l'interno della mia macchina. Una socialità pulsante e amalgamata di emozioni dal banale all'assurdo in pochi metri all'ombra delle mura romane, dei marmi di SanGiovanni, chiasso contro il silenzio borrominiano, micro-kasbah.
E' lì dove una come me sta meglio, guardando come indifferente ma vigile, tesa a non farmi scappare i gesti premonitori delle azioni. Nessuno mi guarda, nulla mi è dovuto. Il fiume scorre come al solito, ognuno in fondo preso dentro i fatti suoi e molto concentrato sui limiti territoriali: sociali ed umani, solitari e non. Il RomeCamp, una parentesi bianca e rossa nelle mie giornate ultrapiene, mi ha dato l'occasione di essere come sempre ultrastranita (reduce da una notte senza sonno) ma anche di sentire talk interessanti e verificare che, come al solito, si raduna un sacco di gente che si conosce, dinastie di trentenni che si sono fatti le ossa o se le fanno ancora sul web; c'è che scrive bene e guarda al futuro, chi comunica h24 ed è conosciuto da tutti, e poi ci sono tutti gli avventizi, caciaroni, new entry e social-alieni come me. Su tutto una organizzazione perfetta, seria.
Ho salutato alcuni ed ignorato altri. Sentivo un gran bisogno di calore, d'intimità e di silenzio. Superare l'imbarazzo, ecco un problema che i social network in parte risolvono: approccio di conoscenza e confronto che poi si porta nella Vita Vera. Succede spesso. Difficilmente a me, curiosa ma tendenzialmente solitaria. I talk potevano essere seguiti in streaming (tecnici e personale ammirevoli) cioè, a casetta mentre si cucina, per dire. Che fosse il caso di fare un BarCamp in cui si parla di tecnologia senza che la stessa ci si sovrapponga? Eppure so che così potrò sempre seguire un tema che m'interessa. E non ho mollato il Blackberry un secondo.
Le conversazioni si possono seguire qui, qui, qui o anche qui; abstracts, notizie, riflessioni nel blog del RomeCamp; le foto, quando ci saranno, qui. L'archivio dei talk qui.
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