martedì 8 gennaio 2008

Mal sopporta questa stagione in cui la pioggia ed il fango

Perché c'è la fila sull'autostrada. Là in fondo, dietro la galleria c'è come un esplodere; non ci posso credere che sia il sole, non so, non m'importa. La nebbia fitta richiama l'immobilità. Chiudo gli occhi, butto indietro la testa. Le mani lievemente sul volante. Rallento così tanto da sentire il cuore battere come basso continuo di una canzone soul. E se batte così, mentre scorre questa canzone intrisa di te, se ancora non ti ho dimenticato, se non sei diventato un relitto come tanti nell'orbita della mia diversità, vuol dire che sei bacio e cerotto ancora e non rimpianto.

Troppo veloce. La mia vita scorre per binari che non posso totalmente conoscere. Cosa ti sto lasciando? Che peso di ricordi vorrei fissare, che vivessero in te per sempre?

"Un bacio può durare, come tutto in realtà, una misura di tempo variabile. Niente minuti e secondi. Un bacio può durare punti di sospensione, un'attimo di luce su un coltello, l'intera crescita di un filo d'erba. Un bacio si accomoda in un ricordo, invecchia e si fa d'oro; un bacio ci ammala finalmente di solitudine e di desiderio. La tua ombra allora, mentre ti guardavo, si stirava dentro di me come un gatto appena sveglio: dormivi con quella pigrizia in cui ogni muscolo calcola il punto esatto dove tendere la pelle per farla più lucida, più rotonda. Era l'ultima volta di allora, perché io non credo nelle cose definitive a meno che siano compiute. Siamo all'abbozzo della nostra vita, in ogni modo. Adesso vado, vado a trovare parole come spezie, non perché il loro odore annebbi la mia verità, come è già successo, ma per lasciarle vicine a te, perché tu le possa accettare."

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