sabato 5 gennaio 2008

Che idea

Alle volte mi chiedo quanto tempo durerà ancora questo blog. Il tempo che mi porta mantenerlo vivo. Quella scintilla che mi arriva addosso mentre sto in mezzo alla strada e che voglio subito rendere pubblica, buttare in un agone immaginato. Alle volte non riconosco post vecchi (cioè leggo il titolo e mi dico "ma che ho scritto qui?"), alle volte mi autoripasso e mi dico: "beh, sono tre anni passati". Scrivevo meglio?. Scrivevo altro. Scriverò ancora.

Tre cose mi hanno colpito stamattina. Una, essere nominata - oh, deh, che brutta parola. No. Scriviamo diverso: essere ricordata perché apprezzata da Elisabetta - ricercatrice e odiante occasionale degli autobus di linea - come blog che fa pensare, nell'ambito di un meme che dura quasi da un anno e già questo per me è marchio di valore, e il prossimo post sarà dedicato ad esso. Due, che le polemiche sulle classifiche (e non linko il tutto apposta) non si calmano; e io che dopo quindici giorni di fermo mi sono ritrovata a 500 posizioni in meno di quando sono partita, mi sono chiesta se per me aveva importanza questo fatto, e purtroppo l'aveva. Mi suscitava un'emozione, volevo non aver perso posizioni, pensavo che cosa fa l'aggressività primordiale all'uomo e anche al/alla blogger, e poi mi sono detta che chissenefrega, dai, i blog sono fatti da persone e non da classifiche, le ho ricordate tutte e sono persone, anche quelle che curano le proprie classifiche (e sono liberi di curarle o di volerci giocare, tanto un qualunque maelstrom classificale dopo un po' torna alla calma), che i blog sono fatti di pensieri spesso profondi, anche i più superficiali, perché le persone hanno tutte un valore a sé e la sola classifica in cui voglio trovarmi prima è il non essere sola, il sapere che ho qualcuno, blogger o no, su cui contare. E tre, che piove, la città del sole è brutta senza calore e domani si ricomincia, ma voglio pensare che i giorni crescono e che devo vivere come se ogni giorno fosse l'ultimo.

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