Musica concreta
Ancora, negli occhi, l'immagine di un gigantesco stormo di storni che mi passa sopra (e il rumore delle loro ali mi ricorda quello delle onde del mare) mentre come al solito zig-zaggo su Via di TorCervara tentando di evitare le buche. Loro si muovono, io mi muovo - un tempo non misurabile in cui mi viene la vertigine, come tutte le volte che prendo coscienza del fatto che tutto si muove contemporaneamente e nulla sta fermo - e con la coda dell'occhio, ora sul curvone della rampa di accesso, ora sull'autostrada, li vedo posarsi sugli alberi della Cervelletta e rimanere lì, sui rami spogli, come tante note, come un ammasso di stelle in negativo; mentre io, che non posso volare, stringo gli occhi e i denti di rabbia.E voglio immaginare che un giorno, forse, sono stata anch'io capace di volare, e mentre passavo sopra una macchina impolverata ho intravisto la luce del sole riflettersi in degli occhiali, ed è stata una gioia da storno, un secondo di essere, insieme, vivi.
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