venerdì 9 maggio 2008

Affabulazioni, spartizioni, involuzioni

Qualche mese fa passavo da ogni strada di SGiovanni-Tuscolano e c'eran sempre gruppetti di pizzardoni che guardavano pigramente il traffico, impugnavano il loro walkietalkie misura mattone a mo' di spadino, si spostavano ridacchiando con i colleghi in gruppetti da cinque o da tre, come fossero ancora liceali, multavano macchine e macchinoni lasciati sulle strisce. I pedoni non attraversavano in mezzo alla strada e le doppie file erano mezze doppie. I cellulari erano poggiati sulle gambe dei guidatori e si fremeva, rispondendo in vivavoce: "aspetta, ti richiamo, aspetta, ci sono i vigili".

Ora tutto è tornato come prima. Macchine a pettine in terza fila, pedoni che ignorano palesemente i marciapiedi invasi dai motorini e ti vengono incontro con passeggini o carrelli della spesa guardandoti soddisfatti perché hai i capelli rizzati come fatti col gel. Motorini che schizzano come fuochi d'artificio.

Qualche pizzardone è rimasto a presidiare i grandi incroci, ma spesso guardano in altre direzioni rispetto ai flussi velocissimi, senza notare quelle macchine defilate, a destra e rallentate, i cui guidatori ridacchiano o gesticolano con il cellulare all'orecchio. I motorini passano col rosso - la testa alta, ebbri di aria fresca - mentre i nostri, ancora in divisa invernale, confabulano con i colleghi dentro le macchine, ascoltando non so quali messaggi da centrale o scrivendo in fogli misteriosi. I furgoncini suonano il claxon così vicini al parabrezza posteriore che non serve il LHC per accelerare i nostri, di protoni.

Ecco allora. Finita la primavera. Aperti i grataccheccari... Nun t'arabbia', Mari'. Annamo al mare...

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