Mangiamose 'na fettina di mare
Il sabato è giorno di spesa intelligente e di allenamento intensivo dei riflessi nel traffico. Mercati rionali, discount e hard discount, una puntata al bar per il cappuccino, osservare le persone, guardare gli attici e i balconi in cerca della primavera, scattare foto fast di case anni '50 mentre i vigili disintasano gli accessi di una piazza collassata da un incidente. E che ti trovo in una banchetto?: "Il mio pranzo giapponese", un insieme plastichetto di sushi, sahimi, nigiri e wasabi con le bacchette, poggiabacchette, piattini e coppette e-sa-t-ta-men-te della stessa forma di quelli del Take, dove ieri Gianluca e Kanako avevano organizzato il primo Blog-Sushi romano.Che dire. Era il mio primo sushi e ho battagliato con le bacchette, ho divorato lo zenzero in agrodolce, avrei mangiato altri due piatti di verdurine in tempura (spettacolare il ventaglio di pasta), mi sono fermata più di una volta mentre sentivo la particolare consistenza dei quadretti di tofu della minestra di miso. E il sapore di mare del buon pesce fresco è qualcosa di inenarrabile. Quei hosomaki (rubo alla wiki) sono cibo per raffinati. La cucina giapponese è una galassia diversa e di conseguenza mi incuriosisce ed attira sin dalla prima volta che lessi, in Kitchen, la prima parola magica, katsudon...
Non sono riuscita come al solito ad aprofondire un minimo di conoscenza umana e di gossip bloggheschi (il tuo blog, il mio blog) con alcuni presenti, anche perché il locale raccolto non permette le caciarone tavolate romane standard ed eravamo divisi in due tavoli; ma confido in un secondo round, anche perché devo approfondire la sezione "dolcetti che mangia sempre Doraemon". Intanto, eccoci qui, immortalati dalla ultrapiatta di Kanako nonché dalla ultraprofessional di Damiano.
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