domenica 10 febbraio 2008

Portare gli orecchini al posto degli anelli

Assurdo, potrei guidare per parecchio tempo in questa notte e su questa autostrada, senza riflessi di città e di finestre che si specchiano sui cofani e scivolano come fanno i pensieri; oppure camminare tra queste masse arboree enormi ed ordinate a quinconce, percepire sensazioni e forze non scritte in nesun manuale universitario studiabile, tagliare il silenzio con le mie forbicette da coltello svizzero, farci dei capolavori di rifugio. Sto distratta così, immaginandomi sdoppiata e triplicata e scoppiata pure, tignosamente aderente alla linea bianca, in modo di come resistere, "che non succeda", dico, "un'altra volta". Ma no, persino tu lettore lo sai benissimo, appena dopo la curva scoppiano tutte le luci della città che si avvicina, si accalcano tante di quelle sensazioni e frasi e io sento che manca qualcosa nella macchina, qui a lato, questo mancare ha una forma precisa che brucia come guardare un eclisse ad occhio nudo e mi si materializza per l'ennesima volta sulla retina, non posso chiudere gli occhi o vado a sbattere, e penso mentre tolgo il piede dall'acceleratore che forse, una volta, quando ti avrò dimenticato - mai -

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