sabato 19 maggio 2007

Manière de montrer le Janicule de Rome



Un edificio con i colori della città, in una stradina intorno al Gianicolo

Che c'è al Gianicolo?
La città stesa al sole come una ragazza che si cura la tintarella. Di sopra, il vento. Invece dell'odore dell'abbronzante, un misto di gelsomini e supplì.

Che c'è al Gianicolo? Incredibili matrimoni nel caldo statico di maggio. Le fusa del motore della Chrysler che aspetta gli sposi. Vestiti cangianti, rinascimentali, delle invitate. Lo strascico della sposa, che nessuno porta. O tempora, o mores.

Che c'è al Gianicolo? Gli alberi più grandi di Roma (pini, cedri, i platani dell'Orto Botanico). La fontana più imponente di Roma (Trevi, prrr). Le curve più morbide di Roma, in discesa. Le case patrizie più belle di Roma.

Che c'è al Gianicolo?
Il Bar Gianicolo, di fronte a Porta San Pancrazio, davanti alla quale vengono spostati, da un megacamion, pacchi enormi verso un furgoncino. Traffico forsennato. Dentro, panini mignon con alici, mozzarella e fiore di zucca. Foto antiche e sedie di vero legno. Un minigiardino dove leggere il giornale.

Che c'è al Gianicolo?
Il cannone. Fermatevi e controllate l'ora dei vostri cellulari.

Che c'è al Gianicolo?
Bambini che disegnano con le matite colorate, sulla soglia del sacello dalle volte coperte di mosaici d'oro. Due motoristi old-old, con una Guzzi e una Ducati d'epoca, 100% jeans slavati e chiome al vento, che confrontano le rispettive cromature.

Che c'è al Gianicolo? Molto, moltissimo sole. Molto, moltissimo polline.

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