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Se sto a casa quattro giorni, ottenebrata da un insieme di malesseri fisici, ridotta a letto e circondata da fazzoletti, oltre a riposare e guarire posso fare varie cose che normalmente non posso fare, perché spinta da ben altre velocità verso altre priorità. Una, rileggermi qualche voce del mio tomone preferito sul Grand-Siècle; un'altra - tentando di coprire il rumore degli operai che rinnovano la rete del gas sotto le mie finestre - vedere la televisione non satellitare ad orari strambi, le mattine o il prepranzo. L'accendo in attesa di qualcosa di diverso, come se in quei territori temporali a me normalmente vietati ci fossero scrigni di tesori da scoprire. Ok, sì, li vedo, i sopraccigli alzati dei miei lettori: nun c'è trippa pe' gatti. Spengo dopo un po', seccata come une princesse du sang che avesse voglia di fragole a dicembre e si vedesse recapitare un cestino di castagne, con intorno il riccio.Sì, c'è molto movimento attorno ale nuove tv sul web. Ho passato anch'io i miei buoni momenti sulla RGTv che mi trasmetteva tranches de vie dai vari BarCamp. Ma come può l'utilizzatore del telecomando passare a una gestione autonoma di contenuti così avanzata? Non rischiamo la saturazione, come già succede con i feeds? Quanto tempo mi ci vorrà a "scegliere" il mio palinsesto? Mi ci vorrebbe un ABC, una cosa valida per il pubblico che riempie gli autobus, le strade e gli stadi (ci sono anche in gioco le sacrosante partite di calcio (e tutti gli altri sport, of course), come riflette Loic). Non tutto sarà buono, non tutto sarà intelligente.
Il tempo. La Web tv me lo toglie o me lo ridà più ricco? Tv or not Tv?
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