giovedì 15 giugno 2006

Al risveglio



Uscita di garage

- Cosa vorresti, adesso? Dimmi.

Il silenzio è leggero. Guardo la finestra e mi chiedo perché in questo albergo le zanzariere siano di due colori: un pezzo nero e un pezzo bianco, che scorrono l'una sull'altra quando si chiudono le imposte. Sul copriletto, una vestaglia rosa sta per scivolare a terra. La tua mano sfiora distrattamente zone di pelle ruvida mentre il sole mi cammina giù per un polpaccio. Chiudo gli occhi.


- Un trancio di cassata bello freddo. No, del tiramisù profumato al Khalua. ... No. La crema. Dentro un bauletto di gaufrettes.

Le imposte si oppongono al sole e lo filtrano sul loro color cioccolato. Uno sciroppo denso di luce entra nella stanza e con lui il graffiare sgradevole di una sega circolare, con sottofondo di trapano: una casa in ristrutturazione. Mantengo gli occhi chiusi. Faccio scorrere i titoli di coda, quello scoppiettare di colori che precede la coscienza del risveglio. Non li apro, non ancora. Prima il caffé.

Mi affaccio dalla finestra sul cortile, qualche ora dopo. Così come a Roma l'estate non si manifesta soltanto con il caldo e l'afflusso di turisti, ma con l'ostensione di bucati colorati dalle finestre esterne, come bandiere marine che chiamano alle spiagge o alle lunghe paseggiate, oggi anch'io ho steso fuori, ho ballato musica che richiama il mare e le vacanze, letto dei fumetti; oggi non ho prodotto un centesimo per nessuno. Soltanto un post per queste pagine bianche, questa mia stanza tutta per me, la mia bacheca dei sentimenti. Le mie fluttuazioni, l'amore e le amarezze, tutto un po' si diluisce nell'aria fine, mi esce dagli occhi come una voglia di distanze e di viaggi, mi illanguidisce nell'ombra.

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