giovedì 21 ottobre 2004

Io non posso certo trovar la soluzione

Era tardi, forse per questo ci siamo scritti cose stupide; era mezzanotte, l’ora in cui percorro casa mia in cerca di un sonno che non viene e si ostina a giocare a nascondino, a tentarmi con il silenzio di cui mi nutro; sono soggiogata, vivo in metà notte. Oggi mi sono alzata, lavati i capelli, scorreva via l’henné e con lui pensieri, e la bile trabocca. Via con eminem sulla tangenziale. Due calci al cestino della carta nell’open space, che qualche scocciato-anche-lui uomo delle pulizie si è permesso di mettere di traverso al mio percorso. Sorrisi cortesi ma con gli incisivi bene in vista. Pensavo di dover insultare oggi, per colpa tua.
Ma non sono stata capace. Sono bastate le alici, polipo e moscardini, le mazzancolle crude, il regale tonno. Tutta la rabbia mi si diluisce sotto i colori ed i profumi del buon cibo. La consistenza dei pomodori perfettamente maturi che celano, come un regalo di natale, un perfetto salmone marinato, mi scioglie tutto, tutto. Adesso c’è una mezza luna esatta nel cielo, santificata da una cornice leggera di umidità. La vedo dai vetri della piscina, mentre osservo le mamme seguire prima i bambini, poi astraersi di colpo e per molti minuti, ferme come in un quadro di Hopper; sento i loro pensieri decollare come aerei dai capelli stirati, ed eccole armate di cellulare che pensano, leggono, rispondono sotto un celluloide di rumore, battiti di mani e spruzzi amplificati, le chiacchiere dei piccoli e sotto sotto, lo strisciare delle ciabatte degli istruttori che ci ricorda tutti il tempo che passa ed il logorio dei giorni.

Tu sei sfumato adesso. Appartieni alla digestione e poi all’ioblio.

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