sabato 16 ottobre 2004

Una poesia

Quante note di basso
le mie mani ritmano volano tagliano in un colpo
materializzano l’aria
secche
sono adesso così piene di rughe e rughette
una spiaggia
come quelle in cui il Cantabrico la mattina
lascia i baci dei gabbiani
guardo questo riposo del mio mare personale
carezzare
la guancia addormentata di mio figlio
o il dorso di un libro che mi parla ancora
e mi accorgo
che le mie mani sono
le mani di mia madre
finalmente.

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