giovedì 13 settembre 2007

Da queste parti un giorno è passato un gigante



Chiesa di Sant'Ignazio e case di Via di Burro'

I romani mangiano il cornetto in due modi: a morsi o lo spezzano con le mani mentre parlano. Così alla Tazza d'Oro semivuota, davanti a un cappuccino bien corsé, finalmente mi gusto a pezzettoni un momento di distacco dalle strade in cui fiumane di turisti e crocchi di perditempo, gruppetti di passacarte e tirapiedi vari, autisti con cellulare incorporato e segretarie fuggite riempiono ogni angoletto intorno al Palazzo. Ma i romani sono paciosi, si sa, anche quelli adottati; e così mentre mangio il cornetto ridendo a occhi bassi i lazzi-e-frizzi dei baristi e dei cassieri, penso già a un percorso alternativo e tangente, con strade abitate da studenti del Visconti e da ristoratori che valutano alla luce del sole i fiori di zucca appena comprati vicino ad un elegante, un po' consunto, Pie' di Marmo.

La mattina il centro sembra uscito dal nulla, come se fosse stato collocato lì durante la notte. Non si accorgono di niente gli studenti di Architettura o gli addetti AMA ai quali hanno specificamente chiesto di lucidare a specchio i sampietrini. I vicoli sentono l'umidità e la lentezza delle zone non esposte alle macchinette digitali. Microchiese nelle quali non si sentono i motorini e macroconventi truccati da case patrizie sembrano trapiantati da lontane colline create in un sogno. Sono troppo grandi i lecca lecca della Palma. Sono troppo appetitosi i tournedos di Feroci. Troppo sole mentre mi attardo al sole... anch'io mi sento straniera, di un tempo diverso, con sensazioni ottuse che s'infrangono tutte sulle impacchettate colonne di Piazza di Pietra. Un po' più in là un gruppetto di studenti stranieri, blocco da disegno sulle ginocchia, abbozza un gruppetto di palazzo-di-fronte. E pensando come una scema che non ci sono pasticcerie a Via delle Paste approdo al Corso.

I romani sono indolenti, si sa, anche quelli adottati; pensano che via del Corso si la strada che sta davanti a casa loro. L'attraversano ovunque incuranti delle strisce, e perdono lo sguardo sui balconi ancora fioriti...

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