sabato 27 gennaio 2007

Should i ever love again

Come mi piacciono questi magazzini posti nei sotterranei di regolari, quasi patrizi palazzi, con davanti una rampa a 45° ruvida - scanalature per la pioggia fatte con una punta de ferro, o con la pala, con rabbia da muratore straniero - questi luoghi che sembrano polverosi ma in cui la polvere vive rintanata in regni d'angolo, insieme a tazze di porcellana a due manici o palloni di spugna lì nascosti, scivolati nel buio protettore. Nel sabato questi luoghi si animano di famiglie eterogenee tutte vestite grigioneroacriliche, bambini vocianti con una punta di camicia fuori dai pantaloni, suocere e fidanzati quasi accalappiati, unigenitori con figlie adolescenti, vicine di pianerottolo che vanno per i corridoi come in gita, e tutti toccano tutto, le plastiche le confezioni le pentole, soppesano i flaconi da due litri di bagnoschiuma, aprono i cassettini di plastica, chiedono ai commessi cose inesistenti, provano a calcolare la differenza di prezzi con quelli di Natale per vedere se conviene, escono con cestini e vasetti in enormi buste gialle riconoscibili dall'intera città come un marchio indelebile.

E noi due che passeggiamo lì in mezzo, delicatamente scansiamo le persone, qualcuno ci chiede scusa - e ogni tanto ci sfioriamo con la punta delle dita.

Poi seguiamo l'odore di pollo arrosto delle rosticcerie, dei rotoli ricotta e spinaci, di parmigiana grassa e broccoli pastellati, quello scorrere il bancone spingendo il vassoio - Ni, vvuoi qualcosa? Prenditi la bagnarola, 'a sarviettina e 'r vino. O vvoi l'acqua? - e mangiando con gli occhi orecchiette e gnocchi alla romana, fino alle mozzarelline e le verdure bollite e la frutta così puliti da sembrare finti; e dietro al bancone scherzi e lazzi, una ginnastica rude, vassoi di patate arrosto e pomodori col riso che vengono su con il montacarichi, i cassieri parlano con i vicini del negozio accanto, mentre sui tavolini - vicini ma non insieme - cinesi, romeni e peruviani stanno chini sui piatti, gli occhi persi come se guardassero il nulla.

E noi due che addentiamo un pezzetto di pizza involto nella carta marrone, guardando dalla vetrina il viavai sabatino - e ogni tanto ci tocchiamo con la punta delle dita.

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