venerdì 12 gennaio 2007

Attraversamenti



Programma di scena per un concerto al Covent Garden, Londra

Una città va seguita attentamente, come osserviamo quel amico in quel tempo preciso, quella donna in quel tempo prezioso. Nelle pieghe nascoste dei progetti più roboanti si nascondono piccoli gioielli, io lo dico sempre: cercare il piccolo, il meno strombazzato sui giornali, spesso e volentieri ospitato dai miei ammirati RomaCheap. Passeggio distratta perché ho mezz'ora da perdere davanti a Santa Croce lucida e lievemente arancione nei suoi travertini barocchi; passeggio distratta ed entro nei giardini del Museo degli Strumenti Musicali (dove galleggia invisibile un'idea di Auditorium che ci sarà, e così potrò invecchiare andando a piedi ai concerti e alle prime come ho sempre sognato...) costeggiati dall'acquedotto che si nasconde dietro agli alberi violentemente spogli nell'inverno fittizio, con il loro continuo rumore di lavori in corso all'edificio accanto e il biascicare sommesso dei gruppi che le guide portano a guardare i resti romani tra la muta Basilica e il brontolare della tangenziale.

E guarda te, appena poso il piede nel corridoio porticato dalle proporzioni bramantiane mi viene addosso la voce della Callas come una lama che raccoglie la luce e mi spella come fossi una frutta, scopro che c'è una mostra di cimeli e di foto, e come al solito non c'è nessuno e il sole può percorrere le teche piene di gioielli di scena ed i vestiti ricamati e baciare tutti i giornali che ha ingiallito insieme al tempo. Due ragazzi con una telecamera litigano sull'inquadratura migliore e spostano le tende rigorosamente rosse che si muovono come blandi sipari; un uomo esile, le mani belle e un giaccone blu da marinaio legge le lettere a Pasolini; una carrozzina da neonato esce dall'ascensore e dietro una coppia comincia a scivolare sul parquet un po' polveroso. Su tutto la magrezza eccessiva dei manichini, su cui si può immaginare il tremendo e fragile sguardo. Su tutto la Carmen in un recital al plasma per le sedie della sala deserta. E le lettere, gli appunti scritti che mi fanno lo stesso effetto dei manoscritti sulla pergamena: l'emozione di vedere le prove della storia.

Fuori invece la storia scorre immediata: i claxon suonano a battaglia o a invasione, i pedoni si buttano sopra i motorini e i motorini sopra i furgoni. Perplessi manovali arancion-riflettenti spostano conetti segnaletici rossi e bianchi e guardano tutto freddi come vulcaniani. Attraverso le mura e fingo di uscire da Roma...

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