Assediati
Non riesco a scrivere nemmeno una briciola di metaforico, di mirabolante, di umoristico, di semplicemente inventato. Incombe l'assedio delle folle, fino al bordo dei letti e dei lavandini. Mi sento con amici assiepati nelle file che vanno fino alla Basilica, o asserragliati negli uffici, o succubi di una metropolitana che scoppia (ma com'è possibile?) più del solito. La conversazione di base parte dall'essere esterrefatti osservatori delle fiumane per poi sfociare, ma stanca, nei risultati delle elezioni. Sembra come se stessero per entrare in città i lanzichenecchi, di nuovo. Chi non vive nell'occhio del ciclone cittadino sente e condivide comunque il propagarsi della sindrome del rifugio antiatomico.Non importa non stare lì, tra la gente. Anche noi che giriamo attoniti e quasi preoccupati di trovarci davanti sbarramenti e check-point faremo la storia, in questi giorni. La storia ai margini della Storia.
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