giovedì 3 marzo 2005

Luci bianche nel cielo


Storni a Piazza della Repubblica Posted by Hello

Non temo i temporali. I lampi, i tuoni, la frustata dei cieli sulla terra, lo scrosciare della pioggia. Correre sotto la pioggia, senza ombrello. Trovare un rifugio qualunque, anche una pensilina, e lì dentro sentirmi preistorica, come chi guarda dalla grotta quando la primavera è alle porte e se ne sente l’odore. Sentire il temporale da casa, mentre scrivo e anche mentre sbrigo tutte le faccende: mentre passo l’aspirapolvere, faccio i piatti, appunto una nota, la voce della pioggia entra in me e richiama le immagini e le frasi, ricordi e visi che ho perduto nelle strade, pomeriggi di scuola. Ma anche baretti fumosi, tempo perso nei portoni in attesa che smetta di piovere, il mare in tempesta, non saper dove andare, guardare al cielo perché non avevo altro da guardare. Ascolto il grande basso dietro le nuvole rotolare una interminabile nota come fosse un gran masso, per poi scagliarla giù un secondo dopo il lampo. La terra assorbe, cieca. L’asfalto no, purtroppo; nessun odore selvaggio mi ritorna quando esco dalla metro, per strada, e la città mi ferisce inzuppandomi i pantaloni fino al ginocchio. Nemmeno quella sensazione di tenere in mano l’elettricità, come quando da piccola vedevo i lampi scagliarsi lontano, avvicinarsi a poco a poco finché mi toccava rifugiarmi in casa, sotto un buon parafulmine. Soltanto gli storni, a cui nulla importa, continuano a danzare su Piazza della Repubblica, lasciando fugaci, ipnotiche, macchie nel cielo.

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