venerdì 25 febbraio 2005

Taccuino giallo

Onde, righe, seguo il cammino delle gocce che scendono oblique
Sto sicuramente insozzando il vetro dall’interno
Le gocce scivolano portandosi dietro il colore delle facciate
Mi si gela la punta delle dita
La luce si disfa in cerchi e cordicelle bianche, sulle pozzanghere
In stracci bianchi, sull’asfalto
Nella pancia mi gira un gran turbine di parole rosse
Ho la bocca tappata dal nastro cangiante del tramonto
Respiro le mie parole che bruciano in gola come giganteschi batteri
Il cielo è come una parete verticale di nuvole incollate
I muratori schiaffano pittura sui lati del portone
Qualche quadro ed una pianta che lentamente si plastifica
L’ascensore odora di sapone in scaglie
Un telefono squilla a vuoto, un rumore veramente meccanico
Arrivo in tempo per dirti che ti [un tipo da una moto prende il taccuino dal sedile e scappa]

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