mercoledì 2 marzo 2005

Andante, moderato

Questa mattina ho guidato sulla corsia di destra, contrariamente al solito, ed in terza. Sono uscita dopo due giorni di starmene a casa isolata da tutto e quasi senza televisione, maledendo i produttori di imballaggi che mi costringono a perdere il mio tempo in un riciclaggio malsano e diseducativo, un accumulare soprattutto di plastica. Persino i lecca-lecca sono prima imballati e poi inseriti in un altro imballaggio che contiene una testa di giocatore di calcio, nella sua plastichina, e una scheda plastificata, che non è né carne né pesce, il tutto inserito dentro un altro foglietto di plastica ultracolorata, che si appiccica alle dita causa elettricità statica. Come lo spam della posta elettronica, questa invasione mi toglie del tempo, e alle volte mi vengono voglie da Mr. Hyde di bruciare tutto in un falò direttamente davanti alla fabricchetta indicata nell’involucro… Uscita fuori come chi esce dall’ospedale, ho avuto l’impressione di una città tutta nuova. Uno schiacciante sole tiene al collo la città, ed il freddo pungente di questi giorni mi ha preso alla sprovvista. Con i polpastrelli congelati sono partita alla volta dell’autostrada, concentrata sulla musica e sentendo contemporaneamente un pungere alla pancia per non saper suonare, perché sono sicura che colui che suona uno strumento trae dalle vibrazioni prodotte dalle note una vita che ai non suonatori è preclusa, anche quando si è perfetti ascoltatori, o direi piuttosto, cannibali assoluti di sensazioni.

Non potevo, romanticamente, non immaginare Mr. Bach seduto al suo clavicembalo (forse anche lui, come descrive così bene Concetta, preso dal respiro di una domenica mattina, prima o dopo la messa, non lo so), aspirando gli odori ed i rumori della campagna, a finestra aperta, con un sole forse gemello di questo; ma anche in un pomeriggio di pioggia in cui la tastiera è come una pagina bianca sulla quale scrivere un diario di sensazioni. In camicia, o con una vestaglia, riporta sullo spartito e risuona e riscrive e risuona e gioca intorno ai tasti lasciandoci sopra la leggerezza, la luminosità di gioiello delle Variazioni Goldberg.

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