Hôtel-Dieu_2
Termometri, fazzoletti spiegazzati,tosse, starnuti dietro ai paraventi
dei calendari fermi, compiacenti,
siam nella bolla stupefatti, sfatti.
Fuori un viavai, il cielo pennellato
di sfilacciate nuvole ci guarda,
i giorni passano, il corpo cresce un poco.
C’è qui un tempo pirogeno, staccato.
La voce prende fuoco dappertutto.
Pagine bianche, trentanove gradi,
metafore; un ossimoro volante
mi schiuma, risoluto, nelle mani.
Ah, del caffè, che non può mai mancarmi,
saper leggere i fondi… Lascio tutto.
Due sorsi d’acqua. Dormo, muto,
e che sia il domani ad ispirarmi.
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