martedì 7 dicembre 2004

Fast_forward

Oggi in autostrada, luogo dove passo una parte intensa e pensante del mio tempo libero, si è materializzato dietro a me un ragazzetto dentro ad una Ford Focus blu, e siccome si è un po’ appiccicato l’ho guardato subito con occhio severo, pronta alla rissa, al gestaccio “ma vedi che c’è traffico, che ti appiccichi, cretino!”. Invece mi è rimasta la bocca così, perché il tipetto in questione, belloccio peraltro, cantava, cantava a squarciagola qualcosa, cantava felicemente dentro la sua macchina così come faccio io. E volevo non perderlo di vista, memorizzare quell’espressione di gioia e portarmela dentro per tutto il giorno, in mezzo agli elenchi e le elaborazioni informatiche e le telefonate piene di problemi irrisolvibili. Ad un certo punto ha svoltato a destra ed è uscito. Definitivo.

Dietro era rimasto uno spazio immenso ed ho accelerato per scappare, per non vedere le altre facce comuni di tutte le mattine, che mi guardano senza espressione, morte, mentre canto la vita che è ovunque ed il fluire del bene e del male…

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