lunedì 22 novembre 2004

Una poesia

Un clarinetto
qualcosa che mi guaisce sulle cosce
me le riempie di sabbia
cado
mangiami oh mare di acqua di sale
riducimi
spettinata dentro, devastata
come quando un telefono suona
all’alba
perché qualcuno mi dica addio lentamente, scegliendo
le parole di un’altra

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