mercoledì 17 novembre 2004

Risparmio di energia

Ma si, anch’io so essere banale, mi piacciono le macchine nere con dentro la pelle avorio, ed ecco perché stamane ho fatto sfida-a-gioco con una Touareg lucidata che como el solito era guidata a scatti rabbiosi in mezzo al traffico dell’A24. Il guidatore mi ha raggiXata da dietro occhiali in perfetto stile Matrix, con un po’ di cipiglio, riccetti morbidi neri a incorniciare la fronte, giubetto di pelle o di camoscio nero, e basta, che lo specchietto non permette altre visioni. Dopo che lui si è fatto la sua diagnosi, mi sono buttata a destra, io conosco i comportamenti del flusso, e l’ho sorpassato con lieve frenata così da metterlo in posizione di sudditanza. La Touareg si è allontanata e il traffico si è diradato, poi appiccicata, allora giù di quinta e l’ho seminata. Ma naturalmente un possessore di SUV non può non reagire, e mentre io mi protendevo regolamentarmente a destra per uscire al Raccordo con scalata di marce sincronizzata al secondo, lui ha sorpassato curvando come un falco, chiaramente comandando, e si è buttato tutto a sinistra, come fanno gli affrettati tutti i giorni; ma non sanno che è la destra che comanda, sulla strada. Scivolata lenta verso la corsia di scambio, mentre lui rimane bloccato in quella di sinistra, addio; due occhiatacce e frenata a 10 cm con una Punto bianca che per nulla al mondo aveva intenzione di farmi passare, e poi via verso il grande anello. Ed ecco che è successo: la strettoia dell’uscita sul raccordo mi mangia sempre le macchine migliori, la Touareg è risucchiata, nemmeno l’ombra, il gioco è finito. Solo i soliti noi, tir e camioncini militari, moto con sopra i primi imbaccuccati, la fauna del raccordo tutte le mattine. Dov’è andato?

Mi sento una ragazzina dispettosa, frustrata da situazioni molto più grandi di me, indominabili; e sotto questo sole immenso, che ci contempla soddisfatto tremare sotto la prima tramontana, mi vene un motto di rabbia: colpisco l’innocente volante una, due volte. Ma poi mi placco, ritrovo il basso continuo della giornata, parcheggio senza manovracce, guardo gli uccelli riposarsi sui cornicioni di metallo mentre il palazzo acciaio e rosso m’ingoia; tiro una riga con il badge, che mi risponde con il solito gracchio. E passo alla modalità stand-by.

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