venerdì 8 ottobre 2004

La Rete come trappola

Una volta, i potenti, per sottomettere il popolo usavano la forza, le leggi e la religione; ora dispongono anche del calcio e della televisione – Carl William Brown (fonte)

Aggiungo che anche la Rete dà loro una mano. Possibile che ci sia tanta informazione e che tanti ci buttiamo a cercarla lì? Possibile che, come se fosse pubblicità, ci tenga a parecchi così tanto rintronati? Per questo bombardamento non vanno bene le armi dell’autoregolazione; nemmeno il livello più basso di senso critico ci resiste, e se poi è accompagnato da una curiosità inesauribile… Io ho bisogno di meno, ho bisogno di aver sempre meno bisogno di meno, e anche que questo bisogno si concretizzi: così come la mia televisione si è ridotta ad un soprammobile da 5,5 pollici che sta in cucina al pari della bilancia, come simbolismo di un taglio drastico dello stomaco che ormai può digerire quasi ogni cosa proposta in forma di immagine (e si sa, lo stomaco non ha sentimenti, senso critico, altri etc. dell’intelligenza), allo stesso modo i contenuti della rete dovrebbero essere resi un po’ più scarni. Escludo i “personalia”. Ma tutto quello che è pubblico e fruibile e dunque “autorizzato” sulla Rete mi sembra ugualmente progettato con lo scopo di bombardare, minare ed intontire né più né meno della Tv o del calcio: invasi di links, sovraffollati di opinioni e di rimandi, popolati di finestre, sempre più siti mi sembrano, in fondo, enormi Corviale, un cemento kilometrico che imbriglia anziché liberare…

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