giovedì 30 settembre 2004

Non sono stata mai forte in matematica

Io dico 3, e tu rispondi 5. Rilancio 7, con un punto interrogativo, ed ecco una risposta da 13 o 14, secondo l’umore. Poi, un silenzio, un segno d’infinito. Allora tu parti con un bel 5+10+23+5? E poi, senza lasciarmi rispondere, ecco qualcosa che non ho ben capito, tra parentesi, sussurrata alla cornetta per non farti sentire. Ahia, lì comincio a mordere la matita, il tempo passa, l’esame sta per finire. Io vado e dico ancora, 2. E te, via con 23456, qualche integrale di sospiro, una frazione nell’insostenibilità del pomeriggio. Irrisolvibile. Rispondo con qualche divisione a mente, ed un piccolo resto, un bacio appeso alla sfilza dei numeri. Ma tu elevi a potenza. Eccomi trasformata. Non posso fare altro che esprimere un segno uguale.

E lì, tra gli apostrofi sospesi dall’attaccare il telefono, sono rimaste tutte le indefinite variabili.

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