Cancello tutto con un colpo di ragione
Ogni tanto mi guardo le mani, che conservano nella loro cicciottezza tante di quelle cose da parlarci un giorno intero; e potremmo certamente farlo, una conversazione sulla storia che raccontano le mani, sul perché molte donne dicono di guardare prima di tutto le mani (ma quante Sherlock, penso io, sarcastica). E forse potresti anche ridere, come se fossimo altri in questo momento-quest'ora-questo tramonto, e ci dessimo il permesso di essere diversi, di lasciare liberi il dolore e le paranoie di ognuno: con gli angoli degli occhi li vedremo allontanarsi e sparire dentro il riflesso della città, fuggevole sulle lamiere e sui finestrini. Un respiro trattenuto (sono tanto nostri, è come se ci fossero caduti i vestiti di dosso, o perso tutti i capelli di botto), e poi potremo partire con piccole variazioni sul tema delle mani da pianista, o sulla sensazione delle mani di papà quando eravamo piccoli; potrei provare a leggere le linee, è un gioco così delizioso... Ma io ho uno sguardo che parla e compromette, non riesco a tenermelo negli occhi come una caramella di cui non so ancora il sapore, lo costringo a perdersi sull'asfalto, e rimane lì come un diamantino sfuggito da un bracciale comprato in una estate qualunque, che poi trova un bambino e lo conserva convinto sia un pezzo di stella, mentre la stella è lui.E rigiro e rigiro quello sguardo nel calore della notte estiva, provo a dargli un emozione, e non ci voglio riuscire. Finisco per essere irritata. Insulto la mia intelligenza. Mi risveglio col tuo sorriso sulle labbra...
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