The day after
Il giorno dopo Capodanno ancora non mi sono recuperata dallo spleen, dalla frutta candita, dall'ascolto di vecchi vinili degli '80 e di rockabilly, dal rammendare un pigiama cui sono affezionata e non riesco a buttare, dall'aver visto Zatoichi di Kitano (e aver pensato: dopo che ho visto anche Blood and Bones, mo' apro un fanclub di quelli sfegatati). Il giorno dopo Capodanno andare a lavorare è quasi un trip psichedelico, con le strade semivuote, i furgoncini che non corrono e non si appiccicano, i storni che come sempre passano sopra il raccordo in gruppi fluidi e lunghi come nastri, verso le campagne. Il giorno dopo Capodanno si può un po' surfare slowly, e trovare molte foto di treni, molte foto di aerei (via Loic e Tristan Nitot) e aeroporti, 1,2,3,4,5,6 e anche un po' di giochi (mentre leggevo perplessa dell'avvento di un cinese nelle vette dello snooker mondiale).No, non mi abituo all'idea che sono ai blocchi di partenza di un anno nuovo tutto da inventare. Vorrei dormire ancora per un po', come lei...
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