venerdì 10 giugno 2005

Chi l'ha voluta, 'sta bicicletta?? Pedali!

Mentre aspettavo che arrivasse la motorizzata, sentivo l'arietta fina venire dal Tevere, figlia delle ultime tramontane e temporali dei giorni scorsi. Il palazzone della Città del Gusto soltanto dentro ricorda una vera fabbrica. Fuori prova a sfidare il Gazometro; ma lui, vera architettura industriale, sta dall'altra parte del Tevere e gode nell'osservare i gruppetti che già vanno in giro per bar e pizzerie, ignorando le robe moderne... Ho parcheggiato non molto lontano, a fortuna. Ma dov'è sto blog che si mangia...?

Entrate finalmente. Nella saletta, una volta radunato il gruppetto dei relatori, e con il solito italico ritardo senza apparente motivo, Stefano Bonilli ha presentato l'evento e gli eventati. Partito subito Giuseppe Granieri (che porta degli occhialini minuscoli, i più piccoli che io abbia mai visto, ed è stato corteggiatissimo e intervistatissimo, senza che sembrasse mai muovere se non leggermente qualche muscolo del viso, e soltanto gli occhi: lo nomino affettuosamente Richelieu dei blogger) ha fatto una veloce carrellata sui rapporti umani in rete dalla preistoria ai blog, pulita ed essenziale. Tedeschini Lalli ha parlato, da giornalista professionale, di giornalismo e media e di un nuovo servizio di Feed su Kataweb, creando un certo brusio in sala: informazioni più sostanziose sui blog di Pandemia e di Giuseppe Mayer.
In collegamento audio con la Germania, Alberto di IlForno ha descritto la propria esperienza come blogger di cucina e moderatore-capo di un forum americano specialistico. Mi aspettavo che parlasse di Is my Blog Burning, l'unica esperienza di condivisione tematica sulla cucina e le proprie esperienze gastronomiche che io conosca, e che ben si adattava alla discussione e successivo sviluppo. Ci sarebbe voluto un collegamento in videoconferenza. Poi ha parlato Gino Roncaglia, esperto di linguaggio e scrittura in rete e si vede; da professore universitario con i fiocchi è stato chiarissimo, i concetti e le costruzioni erano limpidi, fatti per essere ricordati e sviluppati dagli studenti: l'unico che si è alzato, forse per abitudine universitaria, ed ha creato con questo gesto un contatto che avvicinava al pubblico: sarei stato a sentirlo per un'ora scolastica filata.
Interventi del pubblico: soltanto un partecipante wikipediano di cui mi è sfuggito il nome, che ha parlato della Wikipedia e delle wiki che potrebbero servire come aggregatori di contenuto, chessoio, in tutte le possibili declinazioni del concetto cibo. Mr. Mayer ha preso la parola per spiegare, unico tra tutti, che stava postando in diretta sul suo blog (lo hanno guardato come a un marziano) commenti sull'evento in corso, ed ha accennato al collaborative blogging, che sicuramente poteva essere un buono spunto, insieme all'esperienza di IMBB, ma non c'era tempo sufficiente. Giulio Perugini, ex-ingegnere e amante del vino che dirige ed anima un forum sul vino più superbuono (ma il sito sembra un'altra cosa...!), quello, per capirci, che costa quanto rifarsi il bagno (lo so, lo so, non tutti) ha parlato di questa esperienza, ma mi è sembrata una cosa a livello più selezionato. Per tutto il tempo Lele, come dire, lateralizzata rispetto all'evento, sfogliava mandando su schermo i blog dei relatori, del pubblico, di cucina, di vino, etc. una cosa molto piacevole. Le telecamere svolazzavano senza sosta, una faticaccia ma bello il risultato sugli schermi...

Intanto erano arrivati amici bloggers (lui già c'era; lui ci ha raggiunto a cena). Mentre cresceva l'attesa per le paste lievite & wine, Bonilli ha anatemizzato ogni pizza e pane che contenesse i famigerati acceleratori della lievitazione, attribuendo loro effetti tumorali (effettivamente la nostra alimentazione industriale non ci aiuta a stare strabene, ma... ). Non che non abbia ragione, ma quelli come me umani, disumani, golem mangiatori di suppli' nelle pizzerie a taglio e non per questo meno buongustai o ricettivi nei cinque sensi non vogliono sentire che la fiorentina può fare male perché nelle sue zone bruciate dalla brace si nasconde il nemico.... Finalmente, al piano di sotto, dopo immani fatiche (ero stanca e giravo con due piatti in attesa di capire DA DOVE uscisse la benedetta pizza) sono riuscita, nella calca di affamati, a prendere tre pezzi della lievita, che ho condiviso. Abbiamo anche salutato il GG in un millisecondo e poi ognuno di noi ha preso l'asfalto a modo suo, chi per il centro, chi come me per i lungoteveri semivuoti (per i malati di traffico il lungotevere di giovedì sera è come una goduriosa Vallelunga: velocità sostenuta, niente doppie file, né furgoncini, autobus, motorini; e se prendi l'onda dei semafori verdi...) per andare a cena insieme a PizzaRé; insomma, abbiamo mangiato e parlato di blog e di musica e di progetti; e io almeno sono stata molto bene. Poi è arrivata mezzanotte, e nell'ansia di evitare che la mia macchina si trasformasse in zucca all'ultimo rintocco, ho salutato e baciato e me ne sono andata. Ma è una metafora. E' che ho il panico di trovare il garage chiuso e i topolini fuori...

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