Il cuore che parla per tramite del silenzio
La torta di mele
- Smettila di fare dolci. Non posso andare avanti ancora a forza di surrogati.
Lei sorrise scoprendo lievemente i denti e si alzò di scatto per andare ad aprire la finestra. Era presto, era domenica. Non sopportava l'odore di stantio che s'istallava nella casa durante la notte. La luce fuori era livida e fredda come un coltello; le nuvole sembravano incollate con il biadesivo contro la superficie dura del cielo. Stefano mangiava la fetta di torta alle mele con gli occhi semichiusi, sentendo il lieve profumo della cannella che si sprigionava dalla cremosità racchiusa entro le due fini sfoglie di pandispagna.
La macchinetta del caffé emise un grugnito seguito da un gorgoglio. Clara si allontanò dalla finestra e se ne servì una tazza abbondante con un po' di panna. Si perse in un pensiero ritorto sul come e con chi avrebbe voluto alzarsi la mattina, la domenica presto. Guardava Stefano senza guardarlo. Lui finì un'altra fetta di torta e si stiracchiò.
- Un eccesso, è un eccesso. Ma ne vorrei ben altri, io, di eccessi - e fece per baciare e abbracciare Clara, che si scansò, lontana.
Uno stormo di rondini scattò strillando dal tetto della casa di fronte. Senza parole, i due lasciarono la cucina. La torta si raffreddava.
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