Il silenzio, nei blog
Una tazza di thé Lapsang, un testo sull’imprenditoria femminile, qualche spicchio di arancio dolce varietà Navel. La luce spinge dai vetri della cucina, vorrebbe accelerare il tempo, arrivare fino al tavolo, sottrarmi alla forzata casalinghitudine. Ma è altro quello che mi occupa, mentre contemporaneamente funziona il traduttore automatico del mio cervello y le dita vanno morbide sulla tastiera al ritmo marcato della musica di fondo. E’ il silenzio, e la lontananza.
Stelle, coriandoli. Nella Rete il silezio si sente. Uno di noi si ferma, le sue parole sono più sofferte, la sua voce si appanna. La porta nera non emmette alcun segnale verso Giove. Nessun paesaggio illumina l’anima, ma arriva un sommesso pianto, come un bambino cui fa male la testa. Una pausa elettrocinetica: le pagine congelate in un momento lasciato dietro si propongono soltanto ai motori di ricerca…Il tempo in questo spazio fatto di longitudini e lattitudini gira più intenso che altrove, possiede uno spessore. Da ogni squarcio di questa cartolina blunera nella quale i coriandoli parlano e le stelle hanno le sinapsi, da quel luogo dove il sentire dell’altro è intuito ed insieme arte d’indovino antico, scappa una materia nebulosa, quel che poteva essere e non fu. Dall’altra parte del lieve, ma assoluto sipario che ci separa dalla Vera Vita.
Parlarci è camminare nella notte, con vicino le presenze degli altri. Riprenderò i miei passi, questi che sono per te adesso, in questo tempo. Guarderò a questo silenzio come a un messaggio che non posso più comprendere, lo classificherò in quell’angolo in cui dormono i NO. E aspetterò.
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