giovedì 23 dicembre 2004

Ritagliati

Volevo riprendere l’effetto del sole sull’erbetta dei prati dell’azienda vicina, mentre i tombini della stradina di accesso fumavano vapore perché il sole leonesco, di criniera ben definita, implaccabile scioglieva tutta la brina che per la prima volta ha resistito su Tiburtina Valley. In questi giorni vado in giro tentando di carpire questa luce che soltanto l’inverno regala, che ritaglia le cose senza permetter loro una minima aura. La ingoio dagli occhi, sui volti e sulle cose, perché è la gemella Lilith della luce mielosa, piena, delle ottobrate rosate sui travertini. Altro che una carezza del sole: è uno schiaffo. Volevo fermarmi a fare colazione al distributore, ma era tardi, e volevo riprendere le cornacchie sul prato, ma ovviamente le signore hanno freddo e se ne stavano a gracchiare basso sui pini mentre io tentavo di far entrare l’obiettivo nei buchi della recinzione. La morsa del traffico allenta perché tutti, presumo, hanno tirato un fiato sui regali di Natale, ripresi dalle telecamere dei tg di tutte le emittenti mentre “aprofittiamo di questo ultimo weekend per fare i regali” ingozzando di buste e bustine tutte le strade, occupando come SUV umani il poco spazio a disposizione. Adesso nemmeno sulle rampe di decollo della tangenziale mi sfiorano impazziti ragazzotti vittime di risveglio muscolare. Siamo tutti ricotti, in attesa della liberazione, rassegnati. Forse ignari sono soltanto quelli che, come una signora seduta sui più estremi sedili di una corriera blu ammaccata sui laterali, ricoperta fino in testa di colori marroni-grigi e raggomitolata su sé stessa, vanno verso qualche lavoro ad ore, sonnecchiando. Il sole l’ha colpita mentre giravo la curva di accesso al raccordo e con la coda dell’occhio vedevo il pratino anonimo oggi bianchissimo, una pagina di brina che voleva una penna e l’immortalità.


Taglio di luce Posted by Hello

Dalla mia finestra vedo la luce impudente che spoglia d’ombra gli alberi. I giardinieri raggruppano le foglie con i rastrelli. Nella mia mente, lontano adesso, l’Atlantico. Vorrei sentire il freddo salmastro nelle mani…

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