giovedì 16 settembre 2004

Casualmente

Pensare al posto dove dovrei andare per aspettare il tempo sufficiente per vederti casualmente passare. Guardare in tutte le macchine. Raffigurarmi l’angolo, il semaforo, la fermata dell’autobus, la vetrina di negozio, la pizzeria a taglio da dove uscire proprio in quel momento, il bar dove trovarti per caso. Raffigurarmi gli occhi, il sorriso, il camminare un po’ da papera, i riflessi della luce sui tuoi occhiali. Immaginare che mi passi davanti da solo, in moto, in macchina, con una donna, con amici, con un piccolo per mano, con il cane a passeggio, con la spesa, con la mamma. Immaginare tutto tranne le parole, tanto quelle sono sempre altre, diverse.

E invece, solitudine. Come chi cammina accanto ad una parete bianca per km.

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