mercoledì 15 settembre 2004

Viaggiare, guardare i treni

Vengono avanti delle nuvole a forma di grosse pallottole, sulla stazione, sfilacciate, non minacciose, buffe. Una batteria che avanza. I treni, oggi giorno di sciopero, sembran distratti, la loro velocità è sfuggita ai cartelloni asciutti, superautomatici. A malapena essi, umiliati, riescono a indicare l’ora prevista, l’ora effettiva di arrivo, o di partenza, che puntualmente i macchinisti sornioni, tra un semaforo e una chiacchierata, le smentiscono. Dentro il treno i cellulari sfogano l’ansia. Valigie scese dai loro loculi molte stazioni prima della destinazione occupano i corridoi. Un pomeriggio ventoso, un sole che non vuole mollare la pelle nemmeno un secondo e il tanfo di tutte le stazioni accolgono gli spiegazzati che raccontano a tutti quanto è stata allucinante la loro traversata...

Io, io, scendo e riprendo un altro treno che va da un'altra parte e mi viene voglia di restare in questo limbo temporale e prendere altri treni, andare da altre parti, finchè avrò fame, o voglia di fare autostop, o freddo.

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