domenica 30 settembre 2007

Non è proporzionato

Ma non sarò mica io l'unica donna alla BlogBeer, eh?

venerdì 28 settembre 2007

Alternative al pacchetto di crackers

E' che volevo poter svenire, creare un minimo incidente contro una macchina bianca occupata da una splendida ragazza serena, arrendermi, arrabbiarmi, tornare lucida, piangere, abbandonarmi, riposare lì davanti a te. Guardo tra le lacrime le nuvole nere e bianche scivolare su una lastra di cielo che potrei quasi toccare: intorno a me che guido piano c'è la corrente che non si ferma mai. Ma volare, questo non potevo, non succedeva il miracolo; rimanevo lì nei miei sedici anni, profumando il cuscino con la mia colonia prima di poggiare la testa per sognarti, la tua faccia così impressa da uscire come un grido dagli assoni elettrizzati. E non volevo chiamarlo desiderio.

martedì 25 settembre 2007

Let me, let me, let me talk to

La mattina appena parte la macchina, un torrente di pensieri.
Il pomeriggio, quando entro a casa, un cerottone, silenzio.
Nel frattempo, nemmeno un terminale utilizzabile.
Adesso no, ho da leggere. Leggere va per primo.

Mi sento veramente di passaggio.

mercoledì 19 settembre 2007

Un altro pomeriggio di prepotenza

Se le Erinni, dopo la fine della cultura antica, si fossero storicamente trasformate per durare in altri posti che non fossero i libri, sarebbero diventate robinie. Sotto le furibonde mischie di nuvole di una giornata cittadina di autunno, i cerri, i vari pini e abeti stanno immobili, sdegnosi di un vento - figlio di quello che alla fine di agosto terrorizzava i faggi e gli altipiani dei Simbruini - che dopo aver schiaffeggiato bene Villa Borghese si perde sui tetti del centro appena entrato da Porta del Popolo, ovviamente incantato da tanta miseria e nobiltà messe insieme: ma le robinie no, quelle si sbattono, lo affrontano, perdono rami e le delicate foglie che quando ingialliscono sembrano tante monete rotolanti - rolling leaves - sull’asfalto, il tutto mentre giro Via Maria Adelaide e mi fermo in doppia fila con tutte le frecce accese - e una preghierina al dio che protegge i romani, in queste situazioni, dai vigili e dagli ausiliari del traffico – per comprare in un banchetto di legno messo lì, coperto di mazzetti di peperonicini tondi e a cornetto, dei fiori color porpora che sembrano di velluto.

Moto, moto dapertutto. Mi scosto a destra e a sinistra. Un ballo di cortesia per gli scalmanati, per quelli che ai semafori aprono i cellulari volendo liberare i venti emotivi, per le ragazze cattive bien debout sur la selle e con i tacchi alti. Un uomo e una donna parlano su di un terrazzo alto, lui si porta la mano al cuore: "ti dico che è la verità..". Un ragazzone da una finestra guarda passare tre signore avanti con l'età, ma sempre truccate; gli occhi formano una frase, ma lui si porta la mano alla bocca per coprire i pensieri.

Ci sono innamorati, come sempre, seduti sui muraglioni dietro Santa Maria del Popolo. Sopra, come immense ginevrine, grossi nuvoloni cangianti nel tramonto. Quelli si baciano e io scivolo nelle curve del Muro Torto, quelli si baciano e sotto passa l'Acqua Vergine. Lasciami, città, biblioteche chiuse, baretti di cinesi, odore di kebab, tornare a casa...

domenica 16 settembre 2007

Autunno 2.0 e/o dintorni

Non potendo ancora parlare di LeWeb o dei BOBs, causa niente tempo per poter approfondire (ma lo farò), e nemmeno dell'European Bloggers (Un)Conference (dove andrei ben volentieri se il mio inglese fosse migliore) raccolgo e rimando due eventi che si terranno a Urbino il mese prossimo, e che hanno prodotto in me (soprattutto il primo) uno sbavare ed irrequietezza nonché l'apertura successiva di altre finestre web e schede onde trovare mezzi di trasporto o alberghi a buon prezzo. Ovviamente è di rigore il "Vedremo" di Luigi, giacché la mia VitaVera è già di suo pressatissima...

Imperdibile per chiunque provi piacere nel giocare con le parole (in molti lo abbiamo fatto): Parole in Gioco
Una curiosità (ho il sopraciglio alzato..), dopo tanti bei BarCamp : il Festival dei Blog
(via Luca)

giovedì 13 settembre 2007

Da queste parti un giorno è passato un gigante



Chiesa di Sant'Ignazio e case di Via di Burro'

I romani mangiano il cornetto in due modi: a morsi o lo spezzano con le mani mentre parlano. Così alla Tazza d'Oro semivuota, davanti a un cappuccino bien corsé, finalmente mi gusto a pezzettoni un momento di distacco dalle strade in cui fiumane di turisti e crocchi di perditempo, gruppetti di passacarte e tirapiedi vari, autisti con cellulare incorporato e segretarie fuggite riempiono ogni angoletto intorno al Palazzo. Ma i romani sono paciosi, si sa, anche quelli adottati; e così mentre mangio il cornetto ridendo a occhi bassi i lazzi-e-frizzi dei baristi e dei cassieri, penso già a un percorso alternativo e tangente, con strade abitate da studenti del Visconti e da ristoratori che valutano alla luce del sole i fiori di zucca appena comprati vicino ad un elegante, un po' consunto, Pie' di Marmo.

La mattina il centro sembra uscito dal nulla, come se fosse stato collocato lì durante la notte. Non si accorgono di niente gli studenti di Architettura o gli addetti AMA ai quali hanno specificamente chiesto di lucidare a specchio i sampietrini. I vicoli sentono l'umidità e la lentezza delle zone non esposte alle macchinette digitali. Microchiese nelle quali non si sentono i motorini e macroconventi truccati da case patrizie sembrano trapiantati da lontane colline create in un sogno. Sono troppo grandi i lecca lecca della Palma. Sono troppo appetitosi i tournedos di Feroci. Troppo sole mentre mi attardo al sole... anch'io mi sento straniera, di un tempo diverso, con sensazioni ottuse che s'infrangono tutte sulle impacchettate colonne di Piazza di Pietra. Un po' più in là un gruppetto di studenti stranieri, blocco da disegno sulle ginocchia, abbozza un gruppetto di palazzo-di-fronte. E pensando come una scema che non ci sono pasticcerie a Via delle Paste approdo al Corso.

I romani sono indolenti, si sa, anche quelli adottati; pensano che via del Corso si la strada che sta davanti a casa loro. L'attraversano ovunque incuranti delle strisce, e perdono lo sguardo sui balconi ancora fioriti...

sabato 8 settembre 2007

Black y Blanco

La Notte Bianca di quest'anno un po' mi delude. Persino il sito dedicato mi sembra tristino, elencativo (e mentre scrivo, spesso collassato). Mah. Stranieri pochi, spettacoli di giovani pochi, meltingpot "artistici", aperture straodinarie e l'onnipresente shopping. Vediamo cosa mi rimane (sempre che riesca a farcela a vedere qualcosa)?

- l'invasione di rotolini di poesia degli Opiemme
- l'istallazione di Pirri, per chi si perde a guardare le nuvole
- la Notte Nera a Villa Medici, perché sentirò un po' di francese e avrò nostalgia di Parigi (qui visto dagli occhi di Damiano)
- Technotown, per chi vuole poi discutere dei massimi sistemi davanti a una birra
- un salto alla biblioteca di VillaMercede a San Lorenzo, dove dopo due film si gioca a StarGames (sono curiosa, curiosa... che sia un trivial sul cinema...?)

- e se proprio nun reggo, me ne resto vicino casa.

Ditemi dove andrete, andate, siete andati voi...

Update. Arrabbiata con qualcuno, decido di rimanere a leggere... (Questo blog vacilla. S'inclina come la torre di Pisa. Vorrei-ma-non-posso a tutto spiano. Mi vergogno.)

lunedì 3 settembre 2007

Escape



Il fiume Aniene a Fiumata, vicino a Filettino.

Oggi sono stata per più di un ora in uno di quei supermercati obbrobriosi di cui la città si sta circondando, uno più grosso dell'altro, incastrati in megacentri commerciali. Abituata come sono a non guardare le vetrine bensì le facce ed i movimenti, mentre camminavo mi partiva quella scrittura automatica di pensieri che spesso va a finire sul blog - il mio solo modo di riportare delle sensazioni - che alle volte nemmeno riesco a concretizzare sulla cartapost, trascinata da altre e spesso altrui priorità e bisogni. Ma il rumore della città è assordante. Non il traffico, non il caldo, non la maleducazione del romano guidatore, ritornata con l'ultimo bollino nero o giallo o bordeaux.

Tentavo di scrivere del suono dei faggi morsi dal primo vento freddo e provavo a ricordare. Oppure della passione del fiume sul muschio. La tenacia dell'edera e l'indolenza dei cavalli al pascolo.

Niente. Un vociare informe. La nausea di Sartre allo stato estremo. Volevo riprendere la macchina e non tornare mai più, rifugiarmi nei boschi accanto alle volpi. Invece racconterò..