martedì 31 luglio 2007

Hic and Nunc

Ma quale Twitter e Twitter, mi sono detta mentre spezzavo l'ennesimo pezzo di carasau che non dovrei mangiare - ma và, me la vedrò con il dietologo a settembre - mi piacerebbe, adesso, istantaneamente, sapere cosa fanno tutti gli amici, conoscenti della blogosfera, i miei feed romani, tutti quei uomini e donne virtuali che hanno una loro vita fuori dal blog, mista col blog, diversa dal blog.

Chi starà a godersi il fresco nei baretti,
al mare,
a dormire,
pensa,
sogna,
ricorda o soffre un amore,
ama ed è riamato,
è di malumore,
vede un telegiornale,
ripassa le note per un'intervista,
ritocca una foto,
addormenta un bambino,
fa le prove di qualcosa - un programma, una musica, un articolo, un post, una canzone -,
legge un libro pesante,
legge un libro bellissimo,
ha nostalgia di qualcosa,
lava i piatti,
era al cinema e il film non gli è piaciuto,
ha mangiato troppa pizza,
stira una camicia,
va in giro in moto,
beve una birra,
ride troppo,
medita,
scrive un post.

Cosa stavi facendo adesso, prima di leggere?

lunedì 30 luglio 2007

Damme un bicchiere di accadueō



Riempiendo le bottiglie alla fonte

Quando penso che la Tangenziale vorrebbero trasformarla in qualcosa di pedonale, per la Notte Bianca, mi viene un brivido, non capisco. Primo, non mi sembra proprio un luogo pedonale, con le sue curve a chicane o a dossi, e soprattutto perché sta appesa sopra San Lorenzo - e sulle case condannate che si trovano al suo inizio, a San Giovanni e sopra la Prenestina - ad un'altezza non raccomandabile, e senza protezioni per la maggior parte del percorso elevato. Secondo, perché ancora non capisco come, purtroppo, sostituirla; con cosa mi dovrei misurare tutte le mattine e i pomeriggi, andata e ritorno, che sostituisca un guardare ed un sentire il ritmo ed il polso di tutto quello che gli sta intorno, che fa parte dei miei paesaggi interiori..?

Un po' mi ribello, penso e rimugino, mentre grazie a lei vado da fonte a fonte, come su un nastro trasportatore industriale, a quest'ora in cui il pomeriggio cede al ponentino e vira a sera estiva. Un pomeriggio di sete, un pensare a come possano vivere questa calura eccessiva coloro che in mezzo ci sono nati per latitudine, e che non sanno niente di acquedotti romani né di fonti antiche quanto loro, luoghi dove si entra con i carrelli da supermercato carichi di bottiglie di plastica di tutti i tipi, damigiane, bottiglioni ottocenteschi; oppure come me, con un libro sottobraccio ed un bicchiere che ti danno agratisse, e in questi ambienti ombreggiati passa la sete, passa tutto.

Come in tanti posti a Roma, nelle fonti aperte al pubblico il tempo rallenta. Mentre, prima o dopo aver preso l'acqua necessaria si gioca a carte in mezzo ai pratini, i cani e i bambini stanno buoni nelle aree recintate, si sorseggia un acqua tonica, si disperde il fumo della sigaretta oppure ci si incontra tra vicini e si scambia il gossip dell'ultima ora.
Vado via riluttante, pressata dall'incessante orologio interno. Le finestre abbassate a bere il fresco, filo sulla tangenziale. Al semaforo di Viale Castrense una sfera a specchi mignon appesa allo specchietto interno del mio vicino di fila, riflette le ultime scintille di sole sul cruscotto, sulla moto incastrata tra noi due, sull'erbetta sotto le mura romane...

lunedì 23 luglio 2007

Un pensierino della sera

Ogni tanto guardo la stazioncina meteo di casa. In questi giorni di calura, e come è già capitato in altri anni di caos climatico, la previsione del barometro è "nuvolette con pioggia". Sicuramente ciò è valido, mi dico, in Germania, in Svizzera, o in altro tempo in cui l'estate era dominata davvero dalla Corrente del Golfo, che io studiavo a scuola, e in cui credevo senza problemi. Le estati erano tutte uguali, o almeno sembra così quando sei piccolo, quando sei adolescente: altre sono le cose e le sensazioni in cui la mente è impegnata in quelle età.

Ogni tanto guardo il termometro. Ogni tanto ci sono 37,5 gradi Celsius, come se casa mia avesse la febbre.
Non ho condizionatori, soltanto un umile - ed efficientissimo, ma da vicino - ventilatore verticale. Ma quando guardo quei numeri mi viene voglia di far istallare anch'io un macchinone di quelli che -

- Ho comprato 200 condizionatori - mi dice in ascensore un ragazzo che ha un impresa edile.
- Ma li istalli tu? - anniusce- Ti stai ricoprendo d'oro, allora - e sorrido a pieni denti.
Lui abbassa lo sguardo. I condizionatori deturpano i cortili e le facciate della città. Nessuno sopporta il caldo, nessuno lo sa sopportare.

A me il caldo piace, in fondo. Ci sto al sole, all'ombra, sotto il ponentino, e mi tengo tutte le sensazioni di un estate in cui, a discapito della mia stazione meteo, non piove nemmeno con un LiveEarth della danza della pioggia. Sono perplessa. Fa troppo caldo. Quest'anno nemmeno le zanzare tigre hanno resistito.

La perplessità non mi fa rosicare di meno, però. Estate o non estate, mi piacerebbe stare adesso al Campus Party, a meravigliarmi. Non è un BarCamp, ma un campus bollente di idee...

martedì 17 luglio 2007

La gente, com'è indelicata

Seduta alla fermata, in attesa dell'85-a-metano (che immagino sempre si possa mettere a volare come un veicolo del Quinto Elemento) ascolto una signora antica ma moderna nei suoi occhialoni grandi, la gonna lunga, i capelli lasciati asciugare senza fon. Se al Summercase si ritorna un po' ai Settanta*, anche qui non si è da meno - penso e sorrido per me mentre l'ascolto e insieme guardo i crocchi di signori seri che giocano a carte, sul panno verde d'ordinanza, seduti intorno a tavoli portati da casa, nei giardinetti riarsi di Piazza Santa Maria Liberatrice. Un po' pensionati, un po' nonni con nipotine, un po' lumatori delle quarantenni.

- Lo sa, questa donna, ci siamo incontrate per strada, mi ha tenuto in piedi per un'ora. E io che le dicevo: "Sa, sto male, non mi reggo in piedi" e quella parlava, parlava, non me ne potevo andare...

In mezzo alle stradine dai nomi di eroi (Eurialo, Evandro, Muzio Scevola, Coriolano), resi ciechi dal sole basso che spazza le strade insieme al ponentino, gli abitanti si sventagliano con i giornali gratuiti, mentre sonnecchiano ai tavolini dei bar, davanti alla coca o alla bira; le donne guardano i primi saldi di scarpe e sparlano delle forme e dei tacchi; i fruttaioli pesano le pesche tenendole come fossero la mela di Paride; le macchine sfrecciano sull'Appia lontana. Incrocio un uomo che parla al cellulare con qualcuno per cui prova una punta di tenerezza. Il suo vestito grigio perla ondeggia seguendone il passo strascinato. Due ragazzini se lo guardano, loro praticamente solo magliette sulle bici - fa caldo solo a vederlo.

Il sole sulla Tuscolana sta dietro al ponte della ferrovia come un mare d'oro dove segretamente vorremmo, viaggiatori a metano, che l'autobus ci portasse per un po'; è il sole dell'estate che addormenta le gatte sdraiate con boria ancestrale davanti al mio portone, le zampette bianche abbandonate come quelle delle geishe...

*[letto distrattamente su El País]

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Ma mica posso parlare soltanto di Roma e der ponentino..

Un paio di appunti geek (finirò per farmi un tumbrl anch'io):
Un Barcamp che seguirò (chissà che tra qualche mese non staremo usando qualcosa di cui si parlerà qui?).
Una mappa da esplorare.
Il tutto via Loïc, tanto per cambiare.

venerdì 13 luglio 2007

Per correre da solo mille strade immaginarie

Alle nove, alle dieci, alle dieci e mezzo: a nessuno importa molto quando comincia il concerto. Vige un tempo africano, fatto dall'uomo, da lui fabbricato secondo le necessità del momento, la fame o la sete o il ponentino. Le sedie verdi di plastica sono disposte negli incroci di un goban: parecchi territori si popolano indistintamente in bianco e in nero, ma alcune pietre mi stanno intorno , solitarie come me che penso a loro e scrivo, mimetizzata in mezzo all'erba. Ridotte le cartacce e le plastiche a fare da contorno in compagnia di tante altre schifezze, regna su tutti un odor di cannucce tagliate, come in tutti i parchi romani d'estate: ma adesso battaglia con la prepotenza delle salsicce e del kebab che non può non essere DOC, cucinato qua vicino da uno con la kefiah, grande e grosso come un camionista, in mezzo alle musiche cubane, le soppressate, le babucce con le punte all'insù, la birra in bicchieri grossi, la mostra d'arte con un Tapiés da indovinare.

Che bello essere anonimi nell'estate romana, sentendo l'odore del fiume lontano... Oh, un tipo si avvicina. A me.
- Scusa, ma qui conviene venire presto, vero? Ai concerti, intendo.
- Non lo so, ma forse sì, è meglio.
- Mi hanno detto che per i Nomadi sarà una bolgia. E' mercoledì, vero?
- Non lo so
[e stento a immaginarmelo].. forse è scritto in qualche programma.. lo danno all'entrata.
- Grazie..

Arriva gente. Due tecnici tranquilli provano le luci: viola, giallo, fucsia. Grandi sbaciucchiamenti nelle prime file, un po' di pelle d'oca tra magliette e pantaloni. Musichetta della macchina tira-pugni, un punching-ball gigante preso a manate da un ometto scalzo, che tira colpi timidi davanti a due o tre sparuti spettatori, mentre passano tre donne distratte e tre bambini in biciclette color confetto. Un aereo ci sorvola curvando da Ciampino; dentro c'è chi dorme, c'è chi legge il giornale, c'è chi ci guarda e vede i colori delle luci del palco, la camicia bianca di Luca che dopo Bagdad - e altre in cui guardo altrove, distratta dal comportamento delle persone - attacca un Fetish bluesy-funk, con il Mamo a far da MilesDavis del basso, la schiena girata al pubblico, sempre concentrato; Luke sta serafico sulle tastiere, i batteristi nei loro caselli dell'autostrada del ritmo... non posso parlare di tutti, non posso parlare di questa musica che ho sentito in tante versioni, è come vedere Casablanca o Mogambo: e mentre mi guardo intorno penso che Almodóvar farebbe un film condue abitanti della tendopoli che si vedono un dvd sul portatile, mentre una macchina anni '50, molto colorata, esce dalla parte dietro del palco con a bordo ragazzi biondi molto truccati e un cane con in bocca un reggiseno.

Devo andare prima che lo squalo diventi zucca davanti al garage. Il fioraio notturno mi saluta e mi sorride dall'altra parte di Viale San Paolo. A me? Saluto anch'io mentre accelero e alzo il volume di M2O. Notte, vado nel fiume della notte, fluido sangue mio...

mercoledì 4 luglio 2007

Annunciazio' annunciazio'

Interrompiamo brevemente le vacanze del blog per piazzare un fiocco biondo-rosso-scuro nella blogosfera.
E' nato Blogbeer.it, il sito di Giovanni e di noi tutti che ogni tanto ci vediamo per una birra e parliamo di cose di bloggerzzzs (e anche no; dipende se ci sono o no le donne..).
Bloggers romani veraci, di passaggio qualche volta o adottivi, fatevi sotto. La prossima BlogBeer è in questo mese: stay tuned.

E vorrei dire, con affetto obviously, "invidiateci, stranieri!". Partecipate. Così forse tra un po' di tempo potremo fare anche i gemellaggi....